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Quella volta che Lucio Dalla suonò con Jimi Hendrix

Lucio Dalla è inevitabilmente, uno dei più grandi e famosi cantautori del panorama musicale italiano. Il cantautore bolognese, oltre ad aver influenzato la musica italiana, è stato in grado di contribuire in larga misura al successo di quest’ultima, grazie anche alla scrittura e alla composizione di canzoni e musiche che sono considerati dei veri e propri capolavori. La sua bravura, che di certo non può passare inosservata, non ha colpito solo lo sfondo italiano, ma è riuscita a perpetuarsi anche all’estero. Non a caso, oltre alle innumerevoli collaborazioni fatte con altri artisti italiani -con De Gregori, per esempio- ha collaborato anche con artisti stranieri come Jimi Hendrix.

Ma come è avvenuta la collaborazione tra i due e, soprattutto, in che condizioni?

Come e quando Jimi Hendrix è arrivato in Italia?

Era il 23 Maggio del 1968 e Jimi Hendrix aveva previsto un concerto per quella data in Italia. Purtroppo, come spesso accade, gli imprevisti, proprio perché tali, sopraggiungono sempre nel momento meno opportuno. Il volo di Hendrix, quel giorno, subì un ritardo e quando arrivò all’aeroporto di Malpensa, non c’era una grandissima folla di persone ad aspettarlo. Il numero di gente potrebbe anche definirsi cospicuo e, ovviamente, si trattava per lo più di fotografi che coscienti del ritardo lo avevano aspettato.

Il concerto di Jimi Hendrix era previsto per le 16:30 del pomeriggio ma, a quanto pare, gli amplificatori furono sequestrati all’aeroporto e questo causò ulteriori problemi, tanto da spostare il concerto dalle 16:30 alle 21:00 dello stesso giorno.

L’inaspettata collaborazione tra Jimi Hendrix e Lucio Dalla

Quel giorno, al Piper di Milano, erano previsti due eventi. Il fatto che il concerto di Jimi fosse slittato, causò l’accorpamento dei due spettacoli. I due artisti si trovarono a calcare insieme il parco milanese, il che, non può che considerarsi un onore reciproco. Da canto suo Lucio Dalla ebbe la possibilità di poter esibirsi insieme ad un genio della chitarra e di poter condividere questa esperienza inaspettata con il suo pubblico: quello italiano.

Renzo Chiesa, uno di quelli che ebbe la fortuna di essere lì e di poter raccontare quella esperienza, era allora un fotografo. In una stesura di Vinyl troviamo la testimonianza dello stesso, che non solo ci racconta dei manifesti che si trovavano in giro, ma anche della folla che si agitava davanti al Piper, che allora poteva ospitare circa 800 persone:

Per me era tutto: l’avevo a tre metri, lo vedevo bene, lo potevo fotografare e ascoltare. Insomma, il Piper non era certo adatto per l’amplificazione di Jimi e i problemi erano tanti, ma non importava. C’era lui, il pubblico era attento, ascoltava l’esecuzione del brano e, alla fine, esplodevano le urla. Jimi strapazzava le corde con i denti, suonava la chitarra dietro le spalle, strusciava lo strumento contro gli amplificatori, tutto per ottenere sonorità nuove e rivoluzionarie.

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