Scomparso il 16 gennaio all’età di 81 anni, Phil Spector ha vissuto un’esistenza davvero folle. Rinchiuso in carcere in seguito ad un omicidio commesso nel 2003, si è contraddistinto per una gran carriera da produttore discografico. Ecco alcune delle canzoni chiave del suo percorso da manager, che non va lasciato in secondo piano rispetto ad alcuni atti orribili.
Ben E. King – Spanish Harlem
Nel 1960, Phil Spector ha contribuito alla realizzazione di questo brano di Ben E. King con una forte impronta latina. Ha lavorato alla musica, mentre Jerry Leiber si è occupato delle parole. Un pezzo, a suo modo, epico.
The Ronettes – Be My Baby
Ci spostiamo nel 1963 con la produzione di un brano contraddistinto dalla voce sensuale di Ronnie Bennett, che in futuro sarebbe diventata la moglie di Phil. Si tratta del primo successo straordinario del manager e della sua etichetta Philles Records.
Artisti vari – A Christmas Gift for You from Philles Records
Proseguiamo con un’operazione commerciale davvero interessante. Infatti, scrivere un pezzo natalizio fa in modo che lo stesso venga ripresentato a cadenza annuale con fama inalterata. Qui Phil Spector riversa tutta la passione degli adolescenti per i 45 giri.
The Righteous Brothers – You’ve Lost That Lovin ‘Feelin
Basta un titolo per far capire quanto sia stato importante questo album del 1965: Unchained Melody. Un arrangiamento travolgente e sconcertante, dovuto alla creatività infinita di Phil.
The Beatles – Let It Be
Il vero culmine arriva nel 1970. I Beatles salutano il loro pubblico con Let It Be. Phil Spector si è mosso in prima persona per rendere l’intero lavoro più entusiasmante, amato da tantissima gente.
Leonard Cohen – Death of a Ladies Man
Concludiamo con il folk gitano di Leonard Cohen, considerato come sinonimo dell’angoscia poetica e della noia esistenziale. Ci ha pensato il solito Spector ad aiutare lo straordinario compositore, indirizzandolo verso lo stile raffinato del successivo I’m Your Man.