Torniamo oggi a parlare di una della band più amate ed apprezzate del pianeta: i Red Hot Chili Peppers. Nel 2020 ci siamo soffermati spesso su questa band, parlandovi -naturalmente- del grande ritorno di John Frusciante. Il rientro -per la terza volta- del chitarrista di New York ha rappresentato, per i fan e per il gruppo stesso, un evento di assoluta importanza. Non ce ne voglia Josh Klinghoffer -che ha sempre svolto il suo lavoro con molta professionalità- ma il talento e l’importanza di John Frusciante si basa su ben altre basi. Per non parlare, poi, dello storico feeling tra Frusciante, Smith, Flea e Kiedis. Oggi però non siamo qui per parlarvi di Frusciante, ma per soffermarci su un altro storico membro dei Red Hot Chili Peppers: il bassista Flea.
Red Hot Chili Peppers, Flea: quella volta che tentò (ripetutamente) di lasciare la band
Flea -nato Michael Peter Balzary- lo conosciamo un po’ tutti: attore e musicista statunitense, co-fondatore e vera anima dei Red Hot Chili Peppers, è considerato ancora oggi come uno dei più talentuosi ed influenti bassisti della scena rock e funk. Intorno alla sua figura girano ancora oggi storie e leggende legate -nella maggior parte dei casi- ad alcool e droghe.
“Ho avuto a che fare con le droghe sin dal primo giorno in cui sono nato”, arriverà ad ammettere in un’intervista. Quel mondo, però, è solo un ricordo lontano. Michael Peter Balzary è pulito da circa 30 anni ormai e, certi aspetti della sua vita, appartengono solo al passato ormai. Sono passati, invece, quasi 38 anni da quando -insieme a Anthony Kiedis, Hillel Slovak e Jack Irons- ha formato i Red Hot Chili Peppers. Certo, tante cose sono rimaste uguali, ma tantissime altre sono inevitabilmente cambiate.
Il bassista dei RHCP: “ci sono stati tanti alti e bassi…”
In questi anni non sono certo mancati i momenti di buio, di sconforto. I momenti in cui tutto sembrava essersi perso. E, ad ammetterlo, è stato lo stesso Flea. Il bassista di Melbourne ha recentemente spiegato di essere stato più volte vicino a lasciare la band:
“Ci sono stati così tanti alti e bassi nella nostra storia. Non facevamo altro che pensare: ‘possiamo continuare senza ripeterci?’. Oppure, ancora, ‘non ho più voglia di fare questo, voglio evolvermi, voglio sperimentare. Non voglio più essere prigioniero dei soldi e della fama, voglio essere libero’.”
C’è, però, qualcosa che l’ha sempre spinto ad andare avanti: la passione per la musica ed il suo amore per il basso.
“Poi però organizziamo qualche concerto meraviglioso o rilasciamo qualche canzone che mi entusiasma e mi innamoro di nuovo di quello che facciamo.”