Il panorama italiano si è fatto campo di grandi perdite a livello musicale. Ognuna di queste sancisce la fine di una carriera ed è per il pubblico motivo di grande rammarico. Ciò che rimane, almeno in questo caso è il loro lascito, la loro musica, che ancora li fa rivivere. Quel che si può fare è ricordarli, così da rinnovare ancora una volta la moro memoria. E’ il caso di Ivan Graziani che ci lasciò il 1 Gennaio del 1997, causa di un tumore al colon. Un abile chitarrista e un grande cantautore, che cominciò la sua carriera ancora diciottenne, ma come chitarrista. Per ricordarlo ripercorreremo gli inizi della sua carriera e tutte le tappe più significativa.
Ivan Graziani: una leggenda sulla sua nascita e i primi anni di carriera
Ivan Graziani nasce nel 1945, con precisione il 6 ottobre, da madre sarda e da padre abruzzese. Se si legge il suo nome al contrario diventa “navi” ed è questo uno dei motivi per cui venne alimentata una leggenda sulla sua nascita. Si diceva che Ivan fosse nato su un traghetto e che da qui derivasse il suo nome: navi al contrario. Questa seppur assurda, affascinante tesi, verrà smentita dal fratello.
Sin da bambino la sua passione principale era la chitarra, insieme al disegno. Passione che con gli anni coltivò. Aveva solo diciott’anni quando dopo aver finito la statale d’Arte venne scelto per suonare la chitarra nel complesso Nino Dale and His Modernists, dallo stesso Nino. Fu in questi anni che debuttò come cantante con l’assolo in “E adesso te ne puoi andar“. Durante questa esperienza venne ammesso all’istituto di arte grafica di Urbino e fu quindi costretto a rinunciare. Dopo ciò però riuscì a creare un suo gruppo, nel 1966, che chiamò Ivan e i Saggi.
Da Ivan e i Saggi a Anonima Sound per poi passare alla carriera da solista
Il nome del gruppo ch’era composto da Velio Gualazzi e Walter Monacchi venne cambiato in Anonima Sound. Nel 1967 Ivan con il gruppo pubblicano il loro primo 45 giri intitolato Fuori piove/Parla tu al quale ne seguirà un secondo L’amore mio, l’amore tuo/I tetti, riscuotendo anche un discreto successo. Un’altra cesura nella vita di Ivan lo porterà ad abbandonare anche questo gruppo, per via del servizio di leva obbligatori, nel 1970. Fu dopo la leva che comincia la sua carriera da solista e nel 1972 pubblica una serie di 45 giri, ma sotto pseudonimo utilizzando Rockleberry Roll e Ivan & Transport e nel frattempo lavora come fumettista.
Desperation: il suo album d’esordio e l’inizio del successo
Dopo aver pubblicato nel 1973 il suo album di esordio che conteneva anche dei testi in inglese, a cui segue La città che vorrei (pubblicato dalla EMI sette anni dopo) e l’album strumentale Tato Tomaso’s Guitars. In seguito collaborerà come session man. Collabora inoltre con grandi artisti.
Un album che deve essere segnalato è Pigro. Non è il suo primo e viene pubblicato nel 1978 eppure viene ricordato come uno dei più grandi successi, se non il più grande. Pigro è organizzato secondo storie: contiene otto storie di vite lesionate dalla pigrizia e dall’indolenza. Seguirà Agnese dolce Agnese, nel 1979. Anche l’album successivo riscontrerà un certo successo. Tra i suoi brani più ricordati “Agnese“, “Lugano Addio“, “Canzone per Susy“, “Taglia la testa al gallo” e tanti altri ancora.
Gli ultimi anni
Pur essendo malato di tumore al colon da circa due anni quando Ivan ci lasciò, la sua produzione non si è fermata. Sono tanti gli album prodotti durante questi anni da Piknic a Cicli e tricicli. Ivan era ancora cinquantenne quando chiede all’ospedale dove era ricoverato di poter essere dimesso per poter passare le festività natalizie a casa. Viene seppellito nel cimitero locale, dopo aver passato i suoi ultimi giorni a Novafeltria. Con sé vengono seppelliti la sua Gibson che chiamava “mamma chitarra” e il suo gilet di pelle, a cui aveva attaccato un gancio affinché reggesse la chitarra. Si conclude così la carriera di un chitarrista diventato poi cantautore.