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Francesco Guccini, La storia di Canzone per un’amica

Francesco Guccini è uno dei cantautori italiani più importanti della nostra storia. Con un repertorio a dir poco significativo ha costellato la storia del cantautorato, ma anche della letteratura. Guccini è uno scrittore brillante, che ha saputo nelle sue canzoni dipingere quadri di grande bellezza. La sua musica è un ventaglio dalle mille sfumature, come vari sono gli aspetti dell’esistenza a cui attinge. Spesso si rifà a eventi storici, a personaggi della letteratura, ma anche ad esperienze personali. Sono tante le canzoni autobiografiche della sua discografia, presenti già nel suo primo album. A tal proposito, oggi parleremo di Canzone per un’amica. 

Folk beat n. 1

Il primo album di Francesco Guccini uscì nel 1967. In questo lavoro il cantautore inserisce canzoni già note al pubblico, scritte per l’Equipe 84, come Auschwitz e L’antisociale e i Nomadi come Noi non ci saremo, ma anche inediti. Cantò proprio Auschwitz nel suo debutto televisivo che avvenne nello stesso anno, nel 1967, a Maggio mentre l’album uscì a Marzo. Peraltro in un programma co-condotto da Giorgio Gaber ed in cui fu ospite anche Franco Battiato, allora sconosciuto. Un momento di massima importanza per il cantautorato italiano, ma il primo album di Guccini, per quanto romantica sia questa idea, non vendette affatto. Con il senno di poi, naturalmente, è stato rivalutato alla luce anche di quanto ottenuto dall’artista successivamente.

L’incidente che ispirò Canzone per un’amica

Guccini chiamò Canzone per un’amica con questo titolo solo successivamente: nell’album Folk beat n. 1 la traccia si chiama, infatti, In morte di S.F. Quando si iscrisse alla SIAE Guccini la depositò con il titolo che noi tutti conosciamo. Il nome originale del brano ci dice di più circa la sua storia: la S. F. cui si fa riferimento non è altro che Silvana Fontana, una carissima amica di Gucci che perì in un incidente stradale il 2 agosto 1966, sull’autostrada del Sole, l’autostrada Milano-Napoli. A circa 10 km dal casello di Reggio Emilia, Silvana Fontana si trovava in macchina con il fidanzato si schiantò contro un’automobile di due bolognesi, che morirono sul colpo, mentre poche ore dopo morì Silvana, si salvò solamente il suo fidanzato. Guccini seppe di questo incidente proprio mentre stava lavorando a Folk beat n. 1. Così, compose la canzone all’ultimo minuto, inserendola nell’album appena in tempo.

Un brano sulla morte e sulla memoria

Il testo di Guccini è naturalmente molto toccante visto il tema, ma con il suo consueto stile – che si stava pian piano formando all’epoca – non rende pesante una tematica così cupa. Prima descrive l’incidente non in modo freddo, ovviamente, ma con la sua solita poetica. Si punta molto l’accento sull’inconsapevolezza della morte, su quell’incidente improvviso che ha stroncato una vita giovane. Infine, l’autore si riferisce all’amica affermando di volerla ricordare così com’era chiudendo il tutto con grande nostalgia. La memoria di un solo amico ha già un potere enorme nel non far perdere il ricordo delle persone, ma Guccini ha deciso di eternare il ricordo della sua amica con una canzone e quindi nessuno si dimenticherà mai di lei, grazie alla sua musica.

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