Elvis Presley è morto all’età di soli 42 anni dopo un arresto cardiaco, all’interno della sua abitazione di Graceland. La versione ufficiale parla di un decesso dovuto all’abuso di droghe e farmaci, ma ora spunta un’altra ipotesi a riguardo. La fornisce la scrittrice Sally A. Hoedel, storica sua fan da sempre e autrice del libro Elvis: Destined To Die. Vediamo cosa ha da dire a riguardo.
Un mix che non sarebbe stato letale per Elvis Presley
Secondo Sally, il Re del Rock and Roll avrebbe sì abusato di farmaci regolarmente prescritto, ma lo hanno fatto anche numerose altre rock star ancora vive. Tuttavia, Presley non assumeva eroina e altre droghe pesanti, oltre ad essere contrario a fumo e alcol in quantità eccessive. In realtà, l’obiettivo dell’artista era quello di trovare un sistema per mantenere il suo frenetico stile di vita, senza alcun desiderio di sfuggire alla propria realtà. “Era un ragazzo che voleva sempre cercare di funzionare nella sua vita, per continuare ad essere sempre Elvis. Molti lo considerano come un uomo con una storia di autodistruzione, io vedo la storia di una lotta per la sopravvivenza”, riferisce la scrittrice.
La malattia pregressa del Re del Rock
Sally A. Hoedel ha scritto quel libro allo scopo di rendere Elvis Presley molto più umano rispetto alla sua immagine. Lei sostiene che, in realtà, l’artista era già malato fin da giovanissimo. “Mi sono sempre chiesta perché si sia sempre rivolto a farmaci da prescrizione e perché sia morto ad un’età simile e in circostanze simili rispetto alla madre Gladys. A tutto questo, aggiungo che poteva avere malattie geriatriche molto precoci come il glaucoma, il diabete, l’artrite e altre cose del genere. Ho scelto di indagare a fondo sulla questione, scoprendo anche che i suoi nonni materni erano in realtà cugini di primo grado”.