Il 2020 sta finalmente giungendo al termine ed è, quindi, l’ora di tirare le somme. La rivista Louder Sound, per l’occasione, ha voluto stilare una speciale classifica per voi: i peggiori album rock degli ultimi vent’anni (secondo la critica). Questa volta la rivista inglese è andata ben oltre il concetto di ‘classica classifica’ (scusate il gioco di parole) e, raccogliendo testimonianze e critiche a destra e a manca, ha voluto raccontare in breve gli ultimi vent’anni anni di rock, analizzando in particolar modo quelli che sono stati gli album “meno fortunati”. L’idea è ripresa da un sito web statunitense –Metacritic– che da anni ormai si diletta in recensioni di film raccogliendo le critiche e i giudizi anche di altre testate, cercando di dare un punteggio ‘universale’. Ecco, ora la stessa cosa è avvenuta con gli album rock degli ultimi vent’anni. Andiamo a dare uno sguardo ai severi giudizi della critica!
I peggiori album rock degli ultimi vent’anni (secondo la critica): Megadeth, Super Collider
Quattordicesimo album in studio dei Megadeth, Super Collider è stato letteralmente stroncato dalla critica:
- Pop Matters l’ha definito “un conto alla rovescia per l’estinzione umana“
- Per Exclaim è “così discreto che sembra non essere lì“
- Kerrang invece l’ha giudicato “poco convincente“
Alanise Morisette, Jagged Little Pill Acoustic
Pubblicato nel 2015, anche Jagged Little Pill Acoustic di Alanise Morisette rientra in questa speciale classifica dei peggiori album rock di questi ultimi venti anni:
- Per NME l’album “alla fine non può nemmeno farti arrabbiare, ti rende solo disperatamente triste“
- Dot Music ha aggiunto: “spogliata della chitarra e della produzione eclettica, restano solo due cose: la parola e la voce e, in questo caso, nessuna delle due va bene“
- Pop Matters invece ha spiegato: “gli inni di una volta in cui si alzavano i pugni al cielo sono stati sostituiti da questi, molto più blandi“
Phil Collins, Testify
Settimo album in studio di Phil Collins, Testify probabilmente non ha raggiunto il successo sperato dall’artista e, oggi come oggi, è compreso anche lui in questa speciale classifica:
- Q Magazine l’ha definito: “una pessima scusa per definire la mezza età“
- Per Mojo, invece, “Testify non funziona affatto“
- Per Blender il lavoro di Phil Collins è “lontano anni luce dai tempi d’oro dei Genesis“
Limp Bizkit, Results May Vary
Anche il quarto album in studio della band rock statunitense, datato 23 settembre 2003, è stato totalmente stroncato dalla critica:
- Per Alternative Press è “dimenticabile, per chiunque abbia un’anima“
- Per Dot Music, addirittura, “Results May Way potrebbe essere un valido documento, una visione spaventosa dello stato vacuo della cultura del 21esimo secolo“
- Playlouder ha invece definito l’album “molto, molto triste“