Nel 1969 venne organizzato quello che ad oggi è ancora considerato il festival musicale più importante di tutti i tempi: il festival di Woodstock. Questo titolo lo ha guadagnato non solo per motivi musicali, ma anche per quelli sociali. Infatti, oltre a portare sul palco personalità leggendarie del calibro di Jimi Hendrix, Carlos Santana, Janis Joplin, gli Who, Joe Cocker o i Jefferson Airplane, fu anche il picco massimo della cultura hippie che veniva espressa dai movimenti giovanili di quel periodo.
I grandi assenti al festival di Woodstock
Furono tre giorni di “Musica, pace e amore”, durante il quale accorsero poco più di 500 mila persone. Al publico però non fu concesso di vedere esibirsi numerosi artisti e band che non trovarono l’accordo con gli organizzatori. Tra questi possiamo citare i Doors, i Led Zeppelin, i Jethro Tull, i Rolling Stones, Bob Dylan ed i Beatles. Questi ultimi in particolare erano la band più famosa al mondo, che di lì ad un anno si sarebbe definitivamente sciolta.
La Plastic Ono Band al posto dei Beatles
Gli organizzatori si misero in contatto con John Lennon, per cercare di portare i quattro di Liverpool a Woodstock. Riuscirlo a farlo avrebbe sicuramente assicurato una ancora maggiore affluenza di pubblico. La situazione tra i componenti dei Fab Four si era già incrinata. Per questo motivo Lennon decise di rilanciare, proponendo di andare sì al festival, ma con il suo progetto parallelo all’epoca nato di recente, ossia la Plastic Ono Band.
Il rifiuto della proposta
Quando Lennon propose di portare la Plastic Ono Band a Woodstock agli organizzatori parve una offerta a dir poco assurda. La band all’epoca non era affatto conosciuta, soprattutto se comparata ad i Beatles, che ancora oggi è da molto considerata la più grane formazione della storia del rock. Ciò non di meno altri artisti come Richie Havens, Joe Cocker e Crosby, Still, Nash & Young, portarono i brani più celebri di Paul McCartney e compagni sul palco.
Tutte le cover dei Beatles suonate a Woodstock
Richie Evens infatti interpretò in tutto otto brani, di cui tre cover dei Beatles, che risultarono tra i pezzi più riusciti. Nella fattispecie si trattava di “Strawberry Fields Forever”, il coro finale di “Hey Jude” e “With a Little Help Form My Friends”. Quest’ultimo brano fu interpretato anche da Joe Cocker. Il leggendario quartetto formato da Crosby, Still, Nash & Young si propose invece in una loro interpretazione di “Blackbird”.