Certe cose meritano attenzioni particolari. Non tutti hanno la possibilità di vivere un determinato periodo storico, di poter dire semplicemente di esserci stati, di poterlo ricordare. E’ questo il caso della fine del secolo che con la sua unicità, è come se avesse scosso qualcosa nell’animo degli uomini. Lucio Dalla infatti, decide di dovere omaggiare questa fine, di dover realizzare qualcosa che potesse salutare il 1999 e allo stesso tempo accogliere il 2000. A questo proposito il cantautore e polistrumentista italiano decide di scrivere un album, che non a caso chiamerà Ciao. Lo scopo è appunto -come prima detto- salutare un periodo, per inaugurarne un altro. Ecco come Lucio Dalla ha salutato il secolo con l’album Ciao.
L’album e le sue tracce
Ciao è il ventiquattresimo album di Lucio Dalla. E’ stato pubblicato nel 1999 e contiene undici tracce da Ciao (omonima al titolo scelto per l’album) a Born to be alone. Il produttore è stato Mauro Malavasi e il disco ha occupato certe posizioni, soprattutto in Italia e in Svizzera. L’album non è del tutto casuale e vuol incarnare quello che fu il 1999, citando gli assunti principali.
“Ciao alla confusione, ciao al secolo che finisce: con tutto quello che è successo quest’anno, guerre, eclissi, terremoti, vittime, previsioni di fine del mondo, tutto come un groviglio multimediale, uno scontro di luci…..ed io lì, nel centro, ad intercettare ogni cosa, perché non potrei mai restare passivo o indifferente”.
Il significato di Ciao di Lucio Dalla
L’album vuole in un certo qual modo non solo salutare, ma forse porre un vero e proprio confine con l’anno ch’era appena passato. Si credeva dovesse arrivare la fine del mondo, e ci sono state moltissime vittime, causa anche la guerra del Kossovo. Tutto questo colpisce in maniera particolare il cantautore che a modo suo ha messo su carta un vero e proprio resoconto, perché appunto, non potrebbe mai rimanere indifferente. L’atteggiamento di Dalla è soprattutto disincantato: non è stato un anno facile, ed uno dei temi più cari a Dalla sembra essere proprio essere la guerra avuta in Kossovo. La traccia omonima infatti, si apre con una certa confusione, che rappresenta e fa riferimento alla guerra. Tutti impegnati a capire cosa stesse veramente accadendo, ma è come se la verità non fosse del tutto inafferrabile: “avevo in mente questo groviglio multimediale, un continuo passaggio tra occultamento ed esposizione di dati”.
Il male più grande: l’indifferenza
Dopo aver passato in rassegna alcuni luoghi -come per esempio la spiaggia di Riccione- Dalla sul finire della traccia, si concentra sul punto cardine della questione: l’indifferenza. E’ come se la gente, presa da altre e varie cose inutili non si rendesse veramente conto di quello che sta accadendo attorno a sé. Arrabbiato quasi, contro chi non ha ancora capito che la guerra c’è, che esiste, lo invita -ironicamente- a prendere il sole senza preoccuparsene. Un saluto sì allora, ma carico di critica, se si fa riferimento a questa traccia. Non si tratta solamente di chiudere un secolo ed iniziarne un altro, ma di proiettarsi verso un fare migliore.
E infine, lascia la canzone come irrisolta, con un dubbio sulla colpa:
“mentre la stai cantando
di là qualcuno muore
qualcun altro sta nascendo
è il gioco della vita
la dobbiamo preparare
che non ci sfugga dalle dita
come la sabbia in riva al mare
Ciao! E’ la colpa di non so chi”