Gli anni ’80 per la musica rock hanno rappresentato l’avvento di sonorità più dure. Esse sono rappresentate non solo da suoni di chitarre distorte, ma anche dalla grande spinta della batteria. In questo particolare decennio sono emersi molti batteristi di primo ordine, alcuni dei quali sono ricordati ancora oggi tra i migliori di sempre. Vediamo alcuni di questi batteristi leggendari.
Eric Carr – Kiss
Dopo che Peter Criss abbandonò i Kiss, questi ultimi si videro costretti a cercare un nuovo batterista. Paul Stanley e Gene Simmons organizzarono delle audizioni. Tra i vari candidati si presentò anche Eric Carr, che alla fine venne scelto. Un elemento che convinse in particolare Stanley fu l’umiltà e la semplicità con cui si propose. Anche lui, come gli altri membri dovette sceglierei un trucco di scena. I primi tempi scelse il falco, per poi virare sulla volpe, “The Fox”, con restò definitivamente.
Dal momento del suo ingresso nella formazione, i Kiss cambiarono la propria sonorità, che si fece più dura. Carr infatti sfruttò sovente la doppia cassa che, fino ad allora, mai era comparsa in un brano della band. Inoltre fu tra i primi batteristi degli anni ’80 a ricorrere al tipico suono del rullante arricchito da effetti. Sfortunatamente Carr perse la vita il 24 novembre 1991, all’età di soli 41 anni.
Nicko McBrain – Iron Maiden
Nicko McBrain entrò nel 1983 a far parte degli Iron Maiden. Appena arrivato partecipò alla registrazione dell’album “Piece Of Mind”, che musicalmente integrava sonorità provenienti dal rock progressive, con brani armonicamente e strutturalmente più ricercati, così come le melodie. L’anno successivo invece fu la volta di “Powerslave”. I successo di questi due album fecero sì che la band raggiungesse il successo mondiale che è riuscito a conservare tutt’ora. Alto elemento che contribuì a questa diffusione fu il “World Slavery Tour”, il più lungo della band, che durò ben tredici mesi, con un totale di 360 concerti.
Con gli ani Nicko divenne molto amato dai fan, a causa della sua simpatia e disponibilità, oltre che ovviamente alla sua abilità allo strumento. È infatti noto per essere l’intrattenitore del gruppo, come lo definisce Steve Harris, sempre con la risposta pronta ed aneddoti e barzellette da raccontare.
Roger Taylor – Queen
Vero è che i Queen come band hanno prodotto grandissimi capolavori nel corso degli anni ’70, basti pensare alla canzone simbolo della band: “Bohemian Rapsody”. È innegabile però che nell’immaginario collettivo l’immagine dei Queen è maggiormente legato al decennio successivo, soprattutto grazie al live AID ed ai live a Wambley del 1986. Roger Taylor ebbe ruolo fondamentale in queste esibizioni, dando il suo sopporto non solo alla batteria, ma anche alla voce, facendo da seconda voce in praticamente tutti i brani.
Si distende anche, come gli altri appartenenti del gruppo, per la sua vena compositiva. Negli anni ’80 infatti scrisse una delle più grandi hit dei Queen ossia “Radio Gaga”. Taylor stesso ha raccontato che l’ispirazione gli è arrivata quando suo figlio, ancora piccolo, gli disse gaga e gugu del tentativo di comunicare. Furono proprio questi i ritornelli poi inseriti nel celebre ritornello.