Johnny Cash viene considerato, ormai all’unanimità, come un’icona assoluta della musica e della cultura contemporanea. Johnny aveva vissuto la sua vita, riflettendola attraverso due grandi colonne esistenziali, l’arte e la sua famiglia. L’uomo sposò June Carter nel 1968. La loro, fu un’unione straordinaria, ancora oggi definita come una delle più belle storie d’amore del secolo scorso.
Sua moglie gli restò vicini in ogni istante e, nei suoi momenti più bui, Cash riusciva a ritrovare la forza di rialzarsi nell’amore per June. La vita del Man In Black, del resto, fu parecchio travagliata, avendo affrontato più volte la sua grave dipendenza da stupefacenti; finendo in diverse occasioni in riabilitazione.
June Carter morì il 15 maggio del 2003, gettando Johnny in un profondo stato di shock. Il dolore per la perdita dell’amata fu devastante, essendo che, la persona più importante della sua vita, fosse andata via. Ciò nonostante, Cash seppe trovare un monito per tornare in sé rifugiandosi nella musica, nel tentativo di alleviare le proprie sofferenze. Di recente, il figlio di Johnny Cash ha rivelato in che modo, suo padre, avesse vissuto gli ultimi giorni della sua vita.
Gli ultimi giorni di vita di Johnny Cash
Il 5 luglio del 2003, Johnny Cash tenne il suo ultimo concerto, proclamando innanzi al suo pubblico, la costante presenza di June Carter nella sua vita, attraverso il suo spirito e l’eterno amore che gli aveva giurato. A poche settimane dalla sua esibizione finale, il Man In Black spirò. Johnny Cash trascorse i suoi ultimi giorni su una sedia a rotelle e senza la sua amata moglie. Questo, però, non gli impedì di registrare ciò che poi sarebbero diventate le sue pubblicazioni postume, American V e IV. Cash è stato un artista immenso, il cui lascito, echeggia eterno attraverso le generazioni, continuando ad appassionare milioni di persone.
Di recente, suo figlio, John Carter Cash, lo ha ricordato ai microfoni di Express.co.uk, dicendo: “Di fronte al più grande dolore della sua vita, di fronte alla sua malattia che avanzava e alla sua inevitabile morte ormai vicina, mio padre non si è limitato a portare avanti i suoi progetti creativi, cantando ed esibendosi, ma in realtà, ha quadruplicato i suoi sforzi in musica. Molte persone mi chiedono quale sia la più grande lezione che mi abbia mai dato. Io rispondo che il suo modo di vivere, con forza, anche quando ha affrontato le sofferenze più grandi della vita, rappresenti la sua più grande eredità. Mio padre era un esempio, un ottimo padre che è sempre andato avanti a prescindere da quanto gli accadesse”.
L’impegno del figlio nel tenere alta la memoria del padre
Andando avanti con il colloquio, il figlio di Johnny Cash ha ricordato il modo straordinario con cui suo padre ha affrontato gli ultimi giorni della sua vita, specie dopo la morte di June, dicendo: “Anche se aveva la polmonite e riusciva a stento a respirare, mio padre entrò in studio a fare musica a sole tre settimane dalla morte di mia madre. V e IV sono stati registrati, in gran parte, dopo la morte di mia madre. Si percepisce, sorprendentemente, la fragilità nella sua voce. Il suo tono è triste, la perdita che stava affrontando echeggia tangibilmente. Ascoltando attentamente, però, ci si accorge di quanto innegabile possa essere la forza e la bellezza che si nascondono dietro l’opera. Questo, per me, significa sostenerlo e portare avanti la sua arte”.
John Carter, che oggi ha 50 anni, è impegnato nel tenere viva la memoria di suo padre. In particolare, l’uomo sta promuovendo il suo nuovo album postumo, intitolato Johnny Cash and The Royal Philarmonic Orchestra. Il disco contiene 12 brani famosi realizzati con l’iconica orchestra. Al riguardo, Cash ha detto: “So che mio padre sarebbe entusiasta nel vedere quest’album realizzarsi. Sono orgoglioso di presentare questo capolavoro. I brani essenziali della sua carriera insieme all’orchestra che più venerava”.