Nel corso di una recente intervista radiofonica rilasciata dal chitarrista classico Steve Hackett a Raised On Radio, questi ha rivelato il motivo per il quale ha lasciato i Genesis, soffermandosi, inoltre su ulteriori tematiche relative al suo periodo di militanza nella band, dal 1971 al 1977. In quest’articolo, abbiamo riportato alcuni punti salienti del colloquio. In primis, il chitarrista si è soffermato sulle influenze che caratterizzavano il sound del gruppo e sul periodo di transizione Gabriel-Collins, dicendo: “Ascoltavamo generi musicali completamente diversi. Pete amava la Soul Music ed il Blues, a Phil piacevano le big band, Buddy Rich e Mel Tommy alla voce. Io cercavo di apprezzare quanta più musica fosse possibile. Mi piaceva l’idea di creare contrasto tra Jazz atonale e testi impegnati”.
“Era una band piena di compositori ed autori – ha continuato – A volte le cose andavano molto bene grazie a tutte queste idee convogliate in un unico progetto; altre volte, il desiderio di prevaricazione portava a profonde fratture. Quando hai cinque autori, tutti con la medesima prerogativa di prendere le redini della situazione, sedersi allo stesso piano, scrivere dalla stessa penna; insomma, appropriarsi della scena. Potrai immaginare che questo contesto non lascia sempre scorrere le cose lisce come l’olio“.
Steve Hackett: “Ecco perché ho lasciato i Genesis”
Successivamente, Steve Hackett ha spiegato il vero motivo per il quale ha lasciato i Genesis, essendo stato un fulcro compositivo per il gruppo. Al riguardo, il chitarrista ha detto: “Rilasciai un album nel 1975, intitolato Voyage of the Acolyte. Riscosse molto successo. Credo che nessuno si aspettasse di vedere il disco in classifica; almeno io non lo credevo possibile. Tutto questo creò alcuni attriti con la band. A volte, le persone che mi avevano aiutato nella realizzazione del disco si rivolgevano a me dicendomi ‘Non crediamo che tu stia dando tutto alla band, Steve’. Il gruppo voleva che non avessi una carriera solista in parallelo“.
Dopodiché, il chitarrista ha spiegato cosa l’avesse spinto a compiere un passo in avanti nei confronti della sua realizzazione personale, dicendo: “In quello stesso frangente, avevo da gestire il fatto che diverse case discografiche mi stessero col fiato sul collo. Mi chiedevano di scrivere un prossimo album, gettandomi nel bel mezzo di due fuochi. Così, mi fermai a riflettere e pensai che se avessi avuto la forza di procedere da solo, avrei avuto completa autonomia sulle opere in uscita, sarei stato il capo di me stesso. Mi sarei sentito come il capitano della mia nave, avrei potuto galleggiare o affondare“. Infine, il chitarrista ha parlato delle sue radici, rivelando di non averle dimenticate e che, la varietà di contaminazioni che influiscono sul suo stile, dettò la sua scelta di entrare nei Genesis e, dopo, la sua decisione di proseguire come artista solista.