Per quali motivi i Pooh hanno scelto di assumere proprio questa denominazione? La storica band che ha dovuto fare i conti con la tragica morte di Stefano D’Orazio nasconde una storia davvero molto interessante, degna di essere riscoperta. Il gruppo fonda le sue radici da molto lontano, essendo stato attivo già verso gli inizi degli anni ’60. Oltre mezzo secolo di carriera non può essere raccontato in un semplice articolo, ma cercheremo di concentrarci sul nome della band e sulle sue motivazioni ed evoluzioni.
Come si chiamavano i Pooh agli inizi della carriera
A dire la verità, i Pooh così come li conosciamo non si sono chiamati sempre così. Infatti, nel 1962, a Bologna nacque la band dei Jaguars. Non sappiamo perché abbiano scelto un titolo simile, forse per omaggiare i giaguari o in onore dell’omonimo marchio automobilistico. Tuttavia, l’epopea è iniziata in seguito ad un incontro tra un batterista, Valerio Negrini, e un chitarrista, Mauro Bertoli. Dopo due anni, alla coppia si sarebbero aggiunti la prima voce di Vittorio Costa, il basso di Giancarlo Cantelli e la chitarra ritmica di Bruno Barraco. Nel periodo successivo, la formazione sarebbe cambiata a più riprese fino al 1966, anno in cui la band nostrana fu costretta ad assumere un’altra denominazione per motivi alquanto particolari.
Come è nata l’idea di un nome così bizzarro
Dopo aver stretto un nuovo contratto con la casa discografica Vedette, che doveva sostituire gli Equipe 84, gli allora Jaguars si erano resi conto che qualcosa non andava. Il loro nome, infatti, già esisteva. In contemporanea, si era formata un’altra compagine chiamata proprio così, proveniente da Roma e già con un disco 45 giri pubblicato. Fu così che l’ispirazione fu data dalla segretaria del produttore della casa discografica, Aliki Andris. Quest’ultima era una grande appassionata del personaggio di Winnie The Pooh, e il resto verrà da sé.
Quando la band ha spiegato i motivi del suo nome
In occasione di un’intervista rilasciata a Cinquantamila, i Pooh hanno fornito ulteriori particolari in merito. “I nostri omonimi stavano per pubblicare il loro primo 45 giri. La segretaria di Sascia, proprietario della nostra casa discografica, era una ragazza inglese. È cresciuta insieme ai racconti scritti da Alan Alexander Milne, scrittore nato nel 1882 e morto nel ’56. Lui è stato l’autore dell’orsacchiotto Winnie The Pooh e delle sue avventure. Ci propose di chiamarci proprio Pooh perché era un bell’orsacchiotto. A quei tempi, in Italia non lo conosceva nessuno. Ma era un nome molto insolito, suonava bene, il cartone animato ancora non era stato realizzato. Così decidemmo di chiamarci Pooh”. Fu una scelta grazie alla quale la band riuscì ad acquisire una fama straordinaria, con oltre mezzo secolo di carriera costellato da successi a livello nazionale e non solo.