Il mondo del rock, del metal e della musica in generale è ancora sotto shock per la morte del chitarrista Eddie Van Halen, avvenuta il 6 ottobre scorso. Deceduto all’età di 65 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro, il leggendario chitarrista dei Van Halen verrà ricordato per sempre attraverso le sue immortali canzoni, i suoi leggendari assoli e le sue strabilianti esibizioni. Oggi vogliamo soffermarci in particolar modo su una delle più grandi collaborazioni di Eddie Van Halen: quella con il re del pop Michael Jackson.
Eddie Van Halen, ecco chi lo consigliò a Michael Jackson per l’assolo di Beat It
La collaborazione tra Eddie Van Halen e Michael Jackson risale più o meno ai primi anni ottanta, in occasione del sesto album in studio del re del pop: ‘Thriller‘. Michael Jackson, infatti, con l’intenzione di scrivere un brano che fondesse perfettamente pop, rock, rhythm and blues ed heavy metal, decise di coinvolgere anche due grandi artisti come Eddie Van Halen e Steve Lukather dei Toto. Il fondatore e leader dei Toto si occupò delle parti di basso e della chitarra ritmica, quello dei Van Halen invece del lungo assolo presente nel brano.
E, a questo punto, una domanda sorge spontanea: chi suggerì a Michael Jackson di coinvolgere il chitarrista Eddie Van Halen? Certo, naturalmente il re del pop era ben consapevole delle strabilianti doti del chitarrista dei Van Halen, ma in particolar modo ci fu una persona che pronunciò il suo nome prima di tutti: Quincy Jones. A reclutare l’iconico chitarrista dei Van Halen, infatti, ci pensò proprio lo storico produttore di Michael Jackson: Quincy Jones.
Il consiglio di Pete Townshend
Il produttore, arrangiatore, attivista e compositore statunitense, però, inizialmente -per l’assolo di Beat It- aveva pensato al chitarrista degli Who: Pete Townshend.
“Ero lusingato certo, ma gli dissi che proprio non potevo farlo -ha raccontato Pete Townshend tempo dopo a Rolling Stone- però, nel frattempo, gli raccomandai Eddie Van Halen. Lo chiamai di persona ed era molto contento della proposta, quasi onorato.”
“Il suo sorriso lo ricorderò per sempre -ha aggiunto Townshend ricordando il compianto collega- era un uomo che meritava di essere dove stava, nell’Olimpo della musica ed era molto fiero e felice di ciò che faceva. Invecchiando poi, se possibile, era diventato ancora più generoso, disponibile e autoironico. Il suo talento era immenso e la sua perdita è stata una vera e propria tragedia per il mondo della musica.”