I Judas Priest vengono annoverati tra i padri dell’Heavy Metal insieme a band come i Black Sabbath. Al tramonto degli anni ’70, quando il genere si stava affacciando ad una delle sue mutazioni più significative, i Priest guidarono un’intera generazione di artisti verso la leggenda, affermandosi come icone culturali di un movimento tra i più ferventi in assoluto. Ormai considerati un simbolo del Metal classico, i Judas Priest hanno introdotto alcune tra le innovazioni più significative per il genere.
Dalla ferocia della line-up a due chitarre al sistema mimetico che ha reso il Metal iconico negli anni ’80. A quasi mezzo secolo dalla loro potente irruzione sulle scene, i Priest continuano a raccogliere sotto la propria ala milioni di fan in tutto il mondo. In questa classifica, abbiamo deciso di ripercorrere gli anni che i Judas Priest hanno vissuto nel segno del Metal, elencando alcune tra le cose più folli che abbiano mai fatto.
5) Rob Halford sparò con un mitra sul palco
I Judas Priest si affermarono sul piano commerciale per la prima volta con British Steel, del 1980. Si tratta di un album capolavoro della storia del Metal che contiene tracce del calibro di Breaking The Law e Metal Gods, tra le altre. Durante il tour promozionale del disco, Rob Halford saliva sul palco con un’arma automatica caricata a salve e cominciava a sparare all’impazzata mentre eseguiva Genocide. Halford ha ricordato nel corso di numerose interviste lo shock sui volti dei fan quando estraeva l’arma.
4) Quella volta che i Judas Priest seminarono il panico a Ibiza
Con l’apice del successo, arrivò per la band anche quello delle dissolutezze. Negli anni ’80, i Judas Priest vissero alcune delle cose più folli nella loro storia. Nella prima metà del decennio, la band si recò sull’isola spagnola di Ibiza, per registrare alcune tracce. In quel periodo, il bassista Ian Hill distrusse alcune moto nel tentativo di guadare uno stagno e fece a pezzi circa venti automobili a noleggio. L’incidente più caotico, però, vide come protagonista il chitarrista K.K. Downing che venne investito da un taxi mentre provava ad attraversare la strada sotto acidi.
3) Rob Halford distrusse una moto sul palco prima di lasciare la band
Era il 19 agosto del 1991, quando i Judas Priest si esibirono al CNE Grandstand di Toronto. Rob Halford montò su una Harley Davidson per entrare sul palco in grande stile. La gloriosa entrata in scena di Halford in moto era un numero ben studiato dai Priest che, però, in quell’occasione fallì. Le scale che avrebbero riportato Halford in scena dopo il numero rimasero abbassate, collidendo con la moto di Rob che finì distrutta, mentre lui venne sbalzato via dal veicolo nell’impatto. I Priest suonarono Hell Bent For Leather ignari di quanto accaduto, ma senza Halford al microfono. Dopo lo show, Rob si recò in ospedale e annunciò la sua dipartita dalla band.
2) I Judas Priest acquistarono i loro costumi di scena in un sexy shop
Nei primi anni ’70, i Judas Priest mossero i primi passi sulle ferventi scene Metal. All’epoca, la band di Rob Halford aveva già dalla sua uno stile feroce e prorompente, ma gli outfit che hanno reso il gruppo iconico erano ancora lontani. Fu proprio Halford, infatti, ad introdurre la band agli abiti trasgressivi che li hanno contraddistinti nei loro anni d’oro. Per i loro eccentrici costumi di scena, i Priest scelsero di rifornirsi presto un sexy shop inglese.
1) Quando vennero accusati del suicidio di due giovani canadesi
Si parla dell’episodio più tragico che abbia mai coinvolto la band. Tra le cose più folli che hanno visto i Judas Priest come protagonisti, questa continua ad avere dell’inverosimile per quanto macabra. Nel dicembre del 1985, due giovani con problemi mentali del Nevada, Raymond Belknap e James Vance, rispettivamente di 18 e 20 anni, trascorsero circa sei ore all’insegna di alcool, droghe leggere e musica dei Priest. I due stavano ascoltando Stained Class del 1978 e, quando la loro giornata d’eccessi giunse al termine, decisero di spararsi a vicenda. Mentre Belknap morì sul colpo, Vance riuscì miracolosamente a salvarsi, pur riportando gravi danni che lo condussero verso la morte tre anni dopo. I genitori di James citarono i Judas Priest e la CBS Records in giudizio per oltre sei milioni di Dollari, insistendo sulla presenza di messaggi subliminali nella loro musica che avessero spinto i giovani a compiere il gesto.