Elvis Presley è il cantante solista che ha venduto più dischi nella storia della musica, più di un miliardo. La sua carriera iniziò nel 1954 quando registrò per la Sun Records di Memphis il singolo “That’s All Right”, con “Blue Moon Of Kentucky” come lato B. Da quel momento la sua fama crebbe esponenzialmente, raggiungendo livelli planetari nel 1956, l’anno d’uscita del suo primo album “Elvis Presley”, che conteneva interpretazioni entrate nella storia come “Blue Suede Shoes” e “Tutti Frutti”.
Lo stop alla stazione di servizio
Da quel momento, fino alla sua morte nel 1977, ovunque andasse la sua presenza attirava migliaia di persone, tra ammiratori e curiosi. Fu proprio questo ciò che accadde nel 1956, quando probabilmente l’allora ventunenne Elvis Presley si doveva ancora abituare al suo status di rock star. Era appena torno a Memphis dopo una serie di concerti in Texas, quando decise di fermarsi ad una stazione di servizio, dopo aver sentito odore di gas proveniente dalla sua Continental Mark II bianca. Qui vene notato da un paio di ammiratrici, che non si fecero sfuggire l’occasione, chiedendogli un autografo.
Elvis Presley preso d’assalto dai fan
A quel punto, vedendolo disponibile, molte altre persone accorsero alla stazione di servizio per avere la possibilità di incontrare il re del rock’n’roll. Elvis, che dopo il controllo all’auto era pronto a partire, decise di spegnere il motore ed iniziò a firmare fiumi di autografi. Il traffico così si blocco. Fu in quel momento che il proprietario della stazione di servizio si avvicinò ad Elvis per invitarlo, più o meno gentilmente a spostarsi. A quel punto avvenne lo scontro, raccontato in maniera diversa dalle due controparti.
Lo scontro con Edd Hopper
Secondo quanto dichiarato il proprietario della stazione di servizio Edd Hopper, lui avrebbe chiesto ad Elvis Presley di spostarsi in maniera cortese. “Diceva: “Sto cercando di spostarmi””, disse l’uomo, “Ma di fatto non lo faceva. Non sapevo chi fosse, ma mi sarei comportato così con qualunque persona. Dopo avergli ripetuto l’invito per una quarta volta gli ho dato uno spintone per farlo entrare in auto.”. La risposta di Elvis a questo spintone non si fece comunque attendere.
Elvis Presley passa al contro attacco
Elvis infatti sfoderò il suo destro, tagliando uno squarcio lungo circa due centimetri all’angolo dell’occhio sinistro di Hopper. Quest’ultimo affermò che qualcuno gli teneva le braccia quando Presley lo attaccò. Aubrey Brown, un impiegato della stazione, corse quindi in aiuto del suo capo. Anche lui venne colpito da Elvis. Secondo la versione del cantante invece Hopper gli chiese di spostarsi , ma “Tre giovani donne si avvicinarono e mi chiesero un autografo. Le stavo accontentando quando Hopper mi ha colpito attraverso il finestrino, dicendo: “Non mi interessa se sei Elvis Presley”.”.
L’intervento delle forze dell’ordine
Furono sferrati un totale di cinque colpi prima che due poliziotti di Memphis in piedi all’angolo si precipitassero a sedare la rissa. Un testimone, Harvey Huff, ha detto agli ufficiali che Hopper aveva colpito Presley alla nuca. I poliziotti hanno anche affermato che quando afferrarono il proprietario della stazione di servizio stava cercando di prendere un piccolo coltello da tasca. Per giustificare le sue azioni, Elvis Presley disse sulla scena: “Posso accettare commenti ingiuriosi, ma quando qualcuno ti colpisce, è una storia diversa”.
Elvis Presley scagionato in tribunale
Tutti e tra gli uomini coinvolti, Elvis Presley, Edd Hopper e Aubrey Brown, vennero arrestati e portati in questura. Quando vennero registrati, alla richiesta di dire il proprio nome Elvis rispose: “Bhe, forse è meglio che tu scriva Carl Perkins!”. Tutti e tra pagarono la cauzione di 52$ e fu loro ordinato di comparire in tribunale il giorno successivo. Un giornalista contò 207 donne davanti all’aula quando Elvis arrivò. Il giudice Samuel Friedem multò Hopper e Brown con multe rispettivamente di 25 e 15 dollari. Poi passò ad Elvis.
Quando Friedman respinse entrambe le accuse contro il cantante, l’aula esplose in un applauso, al quale il giudice commentò: “Questo è un tribunale, non uno spettacolo!”. Prima di lasciare andare Presley, il giudice Friedman lo consigliò: “In futuro dovresti tenere in considerazione che hai un ampio seguito e dovresti collaborare pienamente con gli uomini d’affari per evitare interruzioni dei loro servizi.“. Elvis disse che l’avrebbe fatto e lasciò l’aula circondato da uno stormo di donne.
Elvis Presley e gli scontri sucessivi
Presley disse di essersi pentito delle sue azioni quel giorno alla stazione di servizio, ma l’incidente di certo non danneggiò la sua immagine rock’n’roll. Non fu l’ultimo incidente del genere per cui Presley fece notizia nel 1956. A novembre fu coinvolto in una breve rissa da bar quando un marito geloso lo sfidò a una rissa, durante la quale nessuno dei due rimase ferito. Poi, nel marzo 1957, Elvis ha puntato una pistola su un giovane marine durante un litigio per una ragazza a Memphis. La pistola si rivelò poi essere un oggetto di scena di Hollywood ed Elvis scrisse una lettera di scuse al marine.