I Pink Floyd sono senza ombra di dubbio una delle band rock più importanti di sempre. Con il loro sound sono stati capaci di influenzare le sonorità dei gruppi a venire, determinando anche i canoni del genere progressive. Fondati nel 1965 a Londra, nel corso degli anni il gruppo ha visto cambiare la propria formazioni in alcune occasioni, come quando Syd Barrett fu costretto ad abbandonare a causa dei suoi problemi di salute, con l’ingresso in campo di David Gilmour.
Pink Floyd ed il licenziamento di Wright
Qualche anno dopo fu il tastierista Richard Wright a dare l’addio, per poi tornare sui suoi passi una volta che Roger Waters lasciò i Pink Floyd. Il tastierista venne cacciato dal resto della band durante uno dei più importanti dischi, non solo del gruppo, ma anche della storia della musica rock: “The Wall”. A quanto pare il principale sostenitore di questo licenziamento fu Roger Waters, che arrivò addirittura a minacciare di distruggere l’album, se gli altri membri si fossero rifiutati di licenziare Wright.
Wright fu l’unico a guadagnarci dal tour di “The Wall”
Wright così non proseguì le session in studio per il disco “The Wall”. Ciò non di meno partecipò come turnista pagato al tour successivo all’uscita del capolavoro. Per altro, proprio per questo motivo, riuscì a guadagnare da quella serie di concerti, a differenza dei membri dei Pink Floyd, che spesero moltissimo denaro per mettere su lo show in tutti i suoi particolare, tra cui il famoso muro enorme, entrato nella storia e nell’iconografia della band.
Pink Floyd: il post Waters
Dopo tutto ciò Richard Wright tornò a far parte dei Pink Floyd quando, nel 1985, fu Roger Waters ad andarsene. Riuscì in questo modo a contribuire al primo album della band post-Waters, “A Momentary Laspe Of Reason”. Tuttavia, il suo contratto gli ha impedito di ricongiungersi correttamente ai Pink Floyd, il che significa che è rimasto elencato come musicista aggiuntivo, anche se avrebbe ricevuto crediti di scrittura di “The Division Bell”.
Richard Wright, tuttavia, non sarebbe vissuto abbastanza per vedere se stesso diventare di nuovo un membro a tutti gli effetti della band. Morì nel 2008, dopo una breve lotta contro il cancro. David Gilmour, il chitarrista dei Pink Floyd, lo ha commemorato scrivendo: “Nella confusione di discussioni su chi o cosa fossero i Pink Floyd, l’enorme contributo di Rick è stato spesso dimenticato. […] Era un tipo così gentile, modesto e riservato ma la sua voce profonda e il suo modo di suonare erano vitali, magiche componenti del nostro riconoscibile sound. Non ho mai suonato con nessuno come lui.“.