Nel corso degli anni, le metamorfosi innovative cui il Rock è stato soggetto, hanno portato i suoi massimi esponenti ad elevare il loro bagaglio tecnico. Da sempre rivelatosi un genere particolarmente eclettico grazie ai suoi principali fautori, il Rock in quasi tutte le sue sfaccettature, ha dimostrato di essere dimora dei musicisti più virtuosi dei tempi moderni. Un brano Rock, di per sé, si basa su pochi, semplici asserti. L’incisività dei riff e delle sezioni ritmiche gioca un ruolo fondamentale nel determinare l’efficacia di una canzone.
Sin dagli albori del genere, i batteristi si sono adoperati affinché, il loro, diventasse un ruolo fondamentale per la riuscita dell’opera delle band in cui militavano. Durante gli anni, quindi, alcuni nomi hanno avuto modo di affermarsi nell’immaginario collettivo come dei punti di riferimento assoluti, non solo per i loro gruppi; ma soprattutto per i milioni di fan che erano soliti raccogliere sotto l’ala della propria opera.
Parliamo di figure immense come quella di Neil Peart, John Bonham, Ian Paice e Mike Portnoy, tra gli altri; capaci di elevare la caratura del loro strumento e della discografia delle band di cui facevano parte. Ad oggi, i batteristi più eclettici rappresentano un punto di riferimento per la moltitudine di artisti che annovera la scena contemporanea. In quest’articolo, abbiamo deciso di raccogliere alcune tra le canzoni più difficili da imparare a suonare con la batteria.
5) Rush – La Villa Strangiato
La Villa Strangiato è uno dei brani più evocativi nell’intera discografia dei Rush. La canzone è un tripudio di virtuosismi in cui, ogni membro del gruppo, trova il suo spazio per brillare. Dopo due riff straordinari di basso e chitarra, Neil Peart assalta la batteria, lanciandosi in una manifestazione eclettica che, sin dalla pubblicazione del brano, rappresenta un punto di riferimento per i batteristi, a prescindere dal loro livello tecnico. La velocità, la precisione ed il controllo di Neil rendono, la batteria di La Villa Strangiato, la quintessenza del suo playing.
4) Tool – Ticks And Leeches
Ticks And Leeches dei Tool è una delle canzoni più difficili da suonare con la batteria. La sezione ritmica del brano, suonata da Danny Carrey, è delle più complicate e stravaganti. Il brano, si basa su un tempo dispari in 7/4, a velocità crescente. L’uso che Carrey fa dei poliritmi e dei pattern sincopati tra bacchette e pedali richiede uno studio meticoloso dello strumento, prima di potersi approcciare all’apprendimento del brano.
3) Meshuggah – Bleed
Bleed è una delle canzoni più famose della Progressive Metal Band dei Meshuggah. Il brano si distingue per la batteria psicotica su cui si basa. Feroce come poco altro, Bleed si basa su un tempo semplice, in 4/4, ma il doppio pedale di Tom Haake, velocissimo, rende l’esperienza di ascolto particolarmente euforica. La poliritmia intricata su cui si erge Bleed la rende una delle canzoni più difficili da suonare con la batteria.
2) The Mars Volta – Goliath
La batteria di Goliath dei Mars Volta è la principale fautrice del successo della traccia. Particolarmente enfatica ed aggressiva, contribuisce ad alterare il flavour della canzone che, pur essendo particolarmente eclettico e madido di sfaccettature, subisce una sferzata di adrenalina non indifferente grazie ai groove fulminei del batterista che rendono la traccia particolarmente articolata.
1) Art Blakey And The Jazz Messengers – A Night In Tunisia
Gli Art Blakey And The Jazz Messengers sono stati dei pionieri dell’Hard Bop nel Jazz. A Night In Tunisia è una delle tracce più complesse del genere. Il brano, racchiude tutti gli aspetti più prestigiosi ed istrionici del playing della batteria Jazz. Imparare a suonare A Night In Tunisia significa possedere un controllo ed una precisione sullo strumento formidabili. Visto l’eclettismo di cui si compone, A Night In Tunisia è una delle canzoni più difficili da imparare a suonare con la batteria.