Le dediche dei Pink Floyd a Syd Barrett
Non c’è mai stato dubbio: l’abbandono di Syd Barrett per via dei suoi problemi mentali ha sempre destato tristezza nella band stessa. Un senso di negatività e forse di vuoto che la band britannica non ha mai avuto paura di esprimere. Numerose, infatti, sono state le dediche dei Pink Floyd a Syd Barrett, dopo l’abbandono di quest’ultimo. Come non citare, ad esempio, l’intero album Wish You Were Here? Lo stesso brano, che esplicitamente si riferisce all’ex leader dei Pink Floyd, è una magnifica dedica. O anche Shine On You Crazy Diamond (dello stesso album, chiaramente) che forse viene in mente prima di tutte le altre tracce. Tra le numerose dediche che sono state fatte a Barrett, non può mancare Brain Damage, canzone presente nell’album capolavoro dei Pink Floyd: The Dark Side of the Moon.
Brain Damage, la penultima traccia di The Dark Side of the Moon
Brain Damage è la nona e penultima traccia di The Dark Side of the Moon. Una traccia cantata – in prevalenza – da Roger Waters (anche se in alcuni casi, come nella versione live di Pulse vede la presenza alla voce di David Gilmour). Si tratta di uno dei meravigliosi brani che, insieme agli altri, rendono la definizione di “capolavoro” necessaria per The Dark Side of the Moon. Il brano, nei suoi quasi quattro minuti totali, è un qualcosa di puramente spettacolare.
Si apre con un arpeggio di chitarra elettrica piuttosto delicato, che dura più e più secondi, anche dopo che Roger Waters inizi a cantare. A un inizio così delicato si contrappone, invece, il ritornello ben più esplosivo: esso vede la presenza del coro e della batteria, che rendono il tutto certamente più dinamico. Nel ritornello si cita il nome dell’album (unico caso in tutto il disco, dove non è presente una title track). Il finale del brano è affidato a un sintetizzatore, che porta il brano senza soluzione di continuità a proseguire fino ad Eclipse, ultima traccia dell’album.
I messaggi presenti in Brain Damage
Abbiamo già detto che Brain Damage è certamente una canzone dedicata a Syd Barrett. Il titolo del brano è ovviamente parlante: tradotto è danno celebrale, in riferimento a quella malattia mentale (ancora senza una definizione precisa) che colpì Syd Barrett, portandolo all’allontanamento della band. In generale, però, il brano (che in origine doveva chiamarsi Lunatic) è dedicato e indirizzato a tutti coloro che soffrono di determinate malattie, tranne in alcuni riferimenti precisi proprio a Syd Barrett.
There’s someone in my head but it’s not me oYou shout and no one seems to hear sono versi che non lasciano troppe interpretazioni. A Syd Barrett è, invece, dedicato un verso specifico: And if the band you’re in starts playing different tunes (E se il gruppo in cui sei inizia a suonare melodie differenti). Il verso si riferisce al momento in cui, chiaramente, dopo l’abbandono di Syd Barrett la musica della band cambiò considerevolmente.
Di notevole pregio è anche il verso autobografico di Roger Waters: “The lunatic is on the grass…”. La frase si riferisce ai cartelli che si trovavano giardini del King’s College, a Cambridge, dove Waters studiava. Era vietato camminare sull’erba, fatto che Waters riteneva essere una dura imposizione societaria, che vuole che tutti stiano mai ai margini, ma entro i limiti. In un’intervista del 2003 affermò, in merito: “Ho sempre pensato che fosse un’assurdità impedire alla gente di usufruire di quei bellissimi prati”.