Nell’ambito di una recente intervista, Corey Taylor ha avuto modo di parlare della sua vita, parlando dei problemi che l’hanno interessato nella maggior parte della stessa e, allo stesso tempo, spiegando quanto importante sia stata la musica nel salvarlo da questi stessi. In particolar modo, il leader degli Slipknot ha indicato l’importanza dei suoi fan, che sono stati in grado di salvarlo in un momento di difficoltà.
Le dichiarazioni di Corey Taylor sul suo suicidio
Nel corso della sua intervista, Corey Taylor ha avuto modo di parlare del suo passato, riguardante soprattutto quella fase all’interno della quale – preda della depressione – il cantante degli Slipknot ha pensato al suicidio. Tuttavia, il cantante statunitense è stato in grado di superare questa difficile fase della sua vita, come ha dichiarato attraverso le sue parole.
Nel dettaglio, ecco quanto spiegato da Corey Taylor in merito: “Ci sono riuscito grazie a due cose. La prima è che è passato abbastanza tempo, e ne avevo già parlato parecchie volte. È tutto nel mio primo libro, ma capisco che ci sia una differenza tra leggere e ascoltare. Poi c’è anche la terapia… sono riuscito a convivere con queste cose, non mi definiscono più. La seconda è che ho una responsabilità. Che mi piaccia o meno, la gente mi sta a sentire. E se posso fare qualcosa per dare una mano… beh, lo farò. Ho fatto quella cosa in tv per dimostrare a tutti che non c’è niente di male a parlare di quella merda, non è sbagliato parlare dei propri traumi con qualcuno. Volevo dimostrare che è ok essere incasinati, l’importante è chiedere aiuto.”
Corey Taylor e i messaggi lasciati all’interno delle sue canzoni
Continuando nell’ambito della sua intervista, Corey Taylor ha avuto modo di spiegare come molte delle sue canzoni siano, in realtà, la trasposizione in musica di quei messaggi – relativi alla sua vita – che avrebbe sempre voluto lasciare, e che non è stato in grado di comunicare in altro modo. In particolar modo, Corey Taylor ha parlato del testo di Mercy, nel quale parla della sua volontà di suicidio: “Ci sono andato vicino. Mi sono svegliato in un cassonetto. La gente che era con me quella sera pensava che fossi morto e mi ha lasciato lì. È stato un momento molto importante per me: uscendo da quel cassonetto ho capito che dovevo affrontare i miei problemi. Ci ho messo 10 anni, ma è lì che ho visto l’abisso che ho dentro. Quella è una canzone autobiografica.”
E ancora, sulla difficoltà del testo: “No, davvero. Odio le bugie, e sono davvero incapace a dirle. Chiedi alla mia ex-moglie, sono un pessimo bugiardo. E poi la verità è fottutamente più interessante.”; mentre, per quel che concerne Song #3, il cantante ha detto quanto segue: “Oggi si scrivono solo due tipi di canzoni d’amore: “Oh, ti voglio così tanto” e “Oh, ti scopo su un autobus”. Secondo me è una merda, Song #3 è una specie di terza via, una cosa tipo: “Ti amo, ma contemporaneamente voglio tirarti per i capelli e fare di tutto”. È una via di mezzo di cui non parla nessuno.”