I Deep Purple sono una delle band più importanti di tutti i tempi. Il loro apporto sul panorama musicale moderno è profondissimo, avendo dato vita ad alcune delle pietre miliari più evocative nella storia del Rock. L’opera dei Deep Purple va oltre la somma delle parti dei suoi membri; mostrandosi, al di la delle controversie che hanno minato il quieto vivere della band, come un organismo unico e perfetto; una macchina inarrestabile. L’estro dei Deep Purple nella loro formazione originale ha dato luogo a classici capaci di eludere l’inesorabilità del tempo, come Smoke On The Water e Black Night, tra le altre. Quando il gruppo ha subito i diversi cambi di rotta dovuti alle modifiche nella line-up cui è stato soggetto negli anni, la reazione di disappunto dei fan non ha tardato ad arrivare.
La dipartita di Jon Lord dalla band, formidabile tastierista dei Deep Purple, portò il gruppo all’ardua scelta di continuare ammettendo un nuovo membro capace di ricoprire il ruolo del leggendario musicista, o lasciare che la nave affondasse verso il baratro. I Deep Purple decisero di rimpiazzare Jon Lord con Don Airey, come sappiamo, e il risultato è stata una prosecuzione brillante della carriera del gruppo per altri diciotto anni.
Di recente, i Deep Purple hanno pubblicato Whoosh!, il loro ventunesimo, strabiliante, album in studio; ritornando a far parlare di sé. Nel corso di un’intervista rilasciata da Don Airey per Classic Rock, il tastierista, che in precedenza aveva lavorato con artisti straordinari come Ozzy Osbourne e Gary Moore, ha ricordato come sia stato per lui vestire i panni di Jon Lord per la prima volta nel 2002.
Il disappunto dei fan dei Deep Purple nei primi anni di Don Airey
Durante il colloquio, il tastierista ha toccato diversi punti, ma il più importante è stato sicuramente la reazione dei fan nel vedere lui tra le file del gruppo, al posto del compianto Lord. Al riguardo, Don Airey ha detto: “Ho avuto un po’di problemi all’inizio. Ne parlai con Ian Gillan che mi disse di concentrarmi solo sullo strumento e che il resto sarebbe venuto da sé. Mi confessò che, quelle, furono le stesse parole che gli rivolse Ritchie Blackmore da giovane, rassicurandolo riguardo il futuro della band”.
“Poi cominciammo a suonare dal vivo – ha continuato – C’era questo tizio che indossava una maglietta con il volto di Jon Lord stampato sopra. Ricordo che si sedeva in prima fila e mi fissava con disappunto. In un primo momento fu davvero mortificante per me. Poi mi accorsi che cominciava a frequentare i miei show da solista. Ho interpretato quel gesto come delle scuse di sorta da parte sua, come se ci fosse stato un fraintendimento tra noi”.
Infine, Don Airey ha parlato del cameratismo di cui i Deep Purple sono i fautori a riflettori spenti; spiegando che il legame che li tiene insieme sul palco, è lo stesso che mantiene il gruppo unito durante gli spettacoli. Dopodiché, però, al tastierista è stato chiesto se, secondo lui, ci sarà mai un momento per dividere il proprio cammino da quello della band. A questa domanda, Airey ha risposto dicendo che, la natura delle cose, porta i percorsi della vita a finire.