Nella scena rock degli anni ’70, gli Eagles erano una band davvero straordinaria. Il gruppo originario di Los Angeles aveva dato vita ad una canzone del calibro di Hotel California, autentico manifesto di una generazione. Il capolavoro è stato pubblicato l’8 dicembre del 1976 e parla di un viaggiatore nel deserto che si ferma nell’albergo. Dopo essere stato affascinato, cerca invano di scappare dalla struttura. Un testo del genere si presta ad una serie infinita di interpretazioni, con possibili riferimenti a droga, occultismo e persino cannibalismo. Ecco i motivi per i quali Hotel California è un brano così misterioso.
Don Henley e la metafora del sogno americano
L’autore e cantante di Hotel California, Don Henley, ha spiegato nel 2013 il significato che ha voluto dare al brano. Lo ha fatto in occasione del documentario History of the Eagles, con diversi particolari molto interessanti. “Nella maggior parte dei nostri album, abbiamo parlato del mondo della musica e della cultura americana in generale”, così ha esordito Henley.
“L’hotel potrebbe essere considerato come un’autentica metafora del sogno americano, un insieme di miti che può sconfinare nell’incubo”. L’artista ha rafforzato la sua tesi nel libro Encyclopedia of Great Popular Song Recordings Volume 2, scritto da Steve Sullivan: “La canzone parla di temi di conflitto tradizionali, come il bene e il male, la luce e l’oscurità, la gioventù e l’età adulta. In linea di massima, si focalizza sulla perdita dell’innocenza”.
Un’altra spiegazione interessante è stata fornita da Glenn Frey, che ha scritto il brano insieme ad Henley. In un’intervista alla BBC, il polistrumentista ha sottolineato quanto il testo fosse un puro esercizio di fantasia, senza un significato ben preciso. In pratica, ha escluso ogni senso maligno nascosto o riferimento oscuro, anche se ci sono correnti di pensiero molto differenti rispetto a quella ufficiale.
I possibili riferimenti oscuri nel testo di Hotel California
Nonostante le versioni ufficiali di Henley e Frey, Hotel California continua a far discutere. La prima strofa si apre con il viaggiatore che avverte profumo di colitas. Queste ultime sarebbero le parti profumate di varie piante del deserto, ma c’è chi pensa a riferimenti espliciti alla marijuana o al sesso. Tali rimandi sono esclusi da Frey, secondo quanto confermato dal sito Internet SFGate.
Al tempo stesso, Hotel California è un brano accusato di diffondere messaggi subliminali. Secondo una particolare opinione, un verso riprodotto al contrario nasconderebbe chiari riferimenti a Satana. Tuttavia, il riconoscimento di parole del genere è estremamente complicato al primo ascolto, se non impossibile. Inoltre, coloro che sostengono la presenza di simili messaggi non risultano pienamente d’accordo.
Una copertina dalle mille interpretazioni
Un altro discorso riguarda la copertina dell’album omonimo. C’è chi afferma che la foto principale raffiguri una sede della Church of Satan di Anton LaVey, ma in realtà si tratta dell’Hotel di Beverly Hills. Alcuni pensano addirittura che sia presente LaVey in una foto rappresentante il Lido Hotel di Hollywood, affacciato ad una finestra. Ad ogni modo, il suo eventuale volto è molto difficile da riconoscere. Secondo quanto confermato dall’altro membro della band, il chitarrista Joe Walsh, l’uomo alla finestra sarebbe un dipendente della casa discografica che ha curato il disco, ossia la Asylum Records.
Le leggende metropolitane sul brano degli Eagles
Le leggende metropolitane inerenti ad Hotel California non terminano assolutamente qui. Vari cospirazionisti hanno parlato del brano Goog Day in Hell, che in realtà era stato inserito nell’album del 1974 On the Border e non parlava di inferno, bensì di fascino femminile. Un altro mito vedeva come protagonista un sedicente manager, Larry Salter, che nel 1982 avrebbe parlato di rapporti frequenti tra gli Eagles e la Chiesa satanista di LaVey. Tuttavia, sembra che il manager citato non sia mai realmente esistito.
Ciascuna voce non fa altro che rendere Hotel California un brano sempre più intrigante. Si tratta di un esempio fulgido di classic rock, oltre che una delle canzoni più belle di sempre.