La leggenda dei Nirvana è delle più intense. La band ha scolpito il proprio nome nell’eternità all’alba degli anni ’90, affermandosi immediatamente come la capostipite di una rivoluzione socioculturale profondamente radicata che, in pochissimo tempo, travolse il mondo intero. Il Grunge si affermò come monito giovanile alla sovversione a partire dalla musica. I Nirvana ne furono tra i protagonisti indiscussi, dando voce ad un’intera generazione oppressa dalla società in cui erano immersi.
Attraverso la sua opera, struggente e madida d’emozioni come poche altre, Kurt Cobain seppe dare voce ai suoi demoni interiori, nel tentativo di esorcizzarla. La sua esistenza non è mai stata semplice, vedendo, come sappiamo, il suo culmine in circostanze tragiche e, ancora oggi, avvolte da un fitto alone di mistero. Il lascito di Kurt Cobain non è vastissimo, la sua è stata una carriera lampo, ma ciò che ha consegnato ai posteri è un’eredità senza tempo; capace di trascendere le epoche, dimostrandosi sempre attuale.
Come detto, la vita di Kurt non è mai stata facile, come del resto racconta nelle sue canzoni. In un classico senza tempo della discografia dei Nirvana, Cobain racconta di un periodo particolarmente buio della sua vita, in cui finì a vivere addirittura sotto il ponte della sua cittadina, in quest’articolo, racconteremo la storia di Something In The Way; il brano che più di tutti, testimonia le vicissitudini emotive del leggendario leader dei Nirvana.
Something In The Way dei Nirvana e il periodo più buio di Cobain
Aberdeen è la piccola cittadina a due ore di auto da Seattle dove, il Leader dei Nirvana, Kurt Cobain, nacque nel 1967 e dove ha vissuto gran parte della sua vita. Cobain racconta di Aberdeen come un luogo dimenticato e, per certi versi, maledetto. Il piccolo centro cittadino di Aberdeen godette, per lungo tempo, di un’economia ottima, basata sul commercio di legname. L’avidità dei suoi abitanti, però, portò alla deforestazione del posto, che finì immediatamente in crisi. Aberdeen divenne in poco tempo una città in declino, con un elevatissimo tasso di suicidi. In una realtà sociale distorta come questa, il giovane Kurt decise di riporre le sue speranze nella musica, iniziando a scrivere quelle che, di li a poco, sarebbero diventate pietre miliari della storia del Rock.
“Welcome To Aberdeen. Come As You Are”, si legge oggi sul cartello che accoglie i visitatori in città. C’è un posto ad Aberdeen particolarmente significativo per la vita di Kurt Cobain, dove il giovane trascorse il periodo più buio della sua vita e che ha dato alla luce uno dei brani più evocativi nella discografia dei Nirvana. Lo Young Street Bridge, un ponte che attraversa il fiume Wishkah.
A soli duecento metri dal luogo, la casa dove Kurt è cresciuto. Sotto quel ponte, il cantante trascorse alcune notti a dormire da solo, prima di diventare famoso. La storia vuole che Kurt decise di andare a vivere sotto i ponti dopo essere stato cacciato di casa e rifiutato dai parenti a seguito della separazione dei genitori. Kurt poté ritrovarsi grazie alla musica e questo diede vita a Something In The Way. Oggi, il ponte è sottoposto ai pellegrinaggi degli appassionati della musica di Cobain. In Something In The Way, Kurt racconta dell’ipocrisia umana che lo stava distruggendo e; che lo spinse a vivere in una condizione di forte degrado. Il brano è, forse, il più struggente ed introspettivo nell’intera discografia dei Nirvana.