Era il 1998 e i Green Day, ancora giovanissimi, cavalcavano la cresta dell’onda con il loro Pop Punk fresco e travolgente. In quegli anni, la band era già esplosa nelle classifiche di tutto il mondo con i due straordinari Dookie e Nimrod. Come tutti i grandi del Rock nel pieno della loro epoca d’oro, comunque, Billie Joe Armstrong, Tré Cool e Mike Dirnt stavano sperimentando la vita da Star On The Road, fatta di eccessi, dissolutezze e notti in bianco, per la maggior parte. In ogni caso, anche loro, come chiunque altri si affacci al mondo della musica, coltivavano profonda stima per i mostri sacri del Rock che li avevano spinti ad intraprendere un percorso artistico.
Per Billie Joe Armstrong, Keith Richards ed i Rolling Stones rappresentavano un caposaldo assoluto della cultura musicale contemporanea. La band simbolo del Rock Classico, del resto, aveva lasciato il segno su intere generazioni di giovani attraverso il loro sound esplosivo e i loro atteggiamenti incendiari sul palco. Del resto, non bisogna scavare troppo a fondo per cercare similarità tra le attitudini dei Green Day e quelle dei Rolling Stones di Keith Richards. Entrambi i gruppi, si resero, al loro tempo, fautori di una rivoluzione sonica di massa, capace di arrivare in vetta alle classifiche con grande impatto. In quest’articolo, abbiamo deciso di riportare la storia secondo cui Keith Richards terrorizzò tre giovanissimi Green Day, nel lontano 1998.
Perché i Green Day rimasero terrorizzati da Keith Richards?
La figura del chitarrista dei Rolling Stones, Keith Richards, è da sempre intrisa di leggenda. La sua personalità controversa come poche e, per certi versi, particolarmente autorevole per quanto, in ogni caso, straordinariamente dissoluta e, a tratti, estremamente libertina, è stata per molti artisti motivo di timore e riverenza nei suoi confronti. I giovani quanto ribelli Green Day del 1998, non si esentarono dal provare le medesime sensazioni quando si ritrovarono ad un passo dal proprio idolo.
Il formidabile chitarrista dei Rolling Stones, infatti, riuscì ad infondere non poca paura anche a degli spavaldi ragazzi Punk. La città di Los Angeles fece da sfondo all’aneddoto. All’epoca, i giovani Green Day vennero a sapere che si trovavano nello stesso albergo in cui, casualmente, alloggiava anche il leggendario eroe della sei corde, autore di classici del Rock come (I Can’t Get No) Satisfaction. Quando scoprirono che avrebbero potuto avere l’opportunità di incontrare una leggenda della musica, Billie Joe Armstrong Tré Cool e Mike Dirnt, in preda all’eccitazione, cominciarono ad architettare un piano per poterlo conoscere. Fu così che il batterista dei Green Day rubò il registro dell’Hotel, in modo da scoprire il numero della stanza di Richards.
Nel corso di un’intervista, i Green Day rivelarono di aver riscontrato troppe interferenze al telefono, decidendo di riattaccare. Sembrerebbe, che la giovane band sia tornata alla carica dopo qualche ora, provando a richiamare il chitarrista. Durante il colloquio, però, il gruppo spiegò di essere ritornato da una serata particolarmente movimentata e di non essersi reso conto che fossero le 4.30 del mattino. Keith rispose dicendo: “Spero che sia molto importante”, terrorizzando a dir poco i Green Day che misero giù la cornetta in men che non si dica.