Fabrizio De André ha sovente manifestato nelle sue canzoni diverse posizioni sociali e politiche. I suoi brani contengono spesso principi morali ed insegnamenti estremamente utili, che hanno per questo fatto etichettare De André come un vero intellettuale e poeta. Una delle canzoni che più propriamente denuncia l’atrocità della guerra è La guerra di Piero. Si tratta di uno dei brani più famosi del cantautore ed uno dei primi a vedersi inserito nelle Antologie scolastiche. Ciò in quanto, in maniera non diversa dalle grande produzioni del Dopo Guerra, esprime quanto la guerra possa essere tremenda per soldati e non. Scopriamo la storia di questa magnifica poesia.
Il primo album di De André
La guerra di Piero venne inserita nel primo album del cantautore, dal titolo Tutto Fabrizio De André che uscì nel 1966. Il cantautore aveva già inciso varie canzoni, ma non aveva mai pubblicato una vera e propria racconta. Sicuramente il brano che più ha colpito è proprio La guerra di Piero. De André ha spiegato che l’idea per questa canzone gli venne grazie ai racconti del fratello di sua mamma, infatti lo zio fece la campagna di Albania e quindi gli descrisse molto bene la guerra. Anche per questo tale canzone è da considerare una vera e propria testimonianza inerente alla guerra. Il testo risente anche di diverse influenze letterarie, come Arthur Rimbaud e Italo Calvino. Con quest’ultimo in qualche modo De André si lega alla tradizione neorealista e quindi ciò contribuisce a dare pieno titolo di opera letteraria al testo.
La guerra di Piero di Fabrizio De André
Non è la rosa non è il tulipano
Che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
Ma son mille papaveri rossi
Voglio che scendano I lucci argentati
Non più i cadaveri dei soldati
Portati in braccio dalla corrente
E come gli altri verso l’inferno
Te ne vai triste come chi deve
Il vento ti sputa in faccia la neve.
Soltanto il tempo avrà per morire
Ma il tempo a me resterà per vedere
Vedere gli occhi di un uomo che muore
Quello si volta, ti vede e ha paura
Ed imbraccia l’artiglieria
Non ti ricambia la cortesia.