Keith Richards è senza ombra di dubbio una delle personalità più note e di spicco del panorama artistico. Non solo per il suo contributo musicale e la sua militanza all’interno dei Rolling Stones; ma anche per la sua definizione di icona a 360°. In effetti Richards incarna appieno l’immagine, che echeggia ancora oggi dai tempi d’oro della musica, della classica rockstar che vive tra eccessi e sregolatezza. Ma prima di diventare il ribelle e scatenato chitarrista degli Stones, chi ispirò a Keith Richards l’idea di diventare un rocker?
KEITH RICHARDS, LA FONTE DI ISPIRAZIONE PRINCIPALE DEL CHITARRISTA
Come detto poco sopra, Keith Richards è ad oggi una delle personalità musicali più conosciute e influenti nella storia della musica. Che sia per i commenti, molto spesso sprezzanti e cinici, sui colleghi musicisti o per il racconto dei tempi selvaggi passati con i Rolling Stones, Richards incarna il motto sesso, droga e rock ‘n’ roll.
Ma anche i più grandi hanno delle fonti di ispirazione alle quali guardare con venerazione e idolatria. E nel caso di Keith Richards, il suo modello principale è sicuramente Chuck Berry. Un artista che lo ha influenzato profondamente sia a livello personale che nella produzione musicale con Mick Jagger e soci.
CHUCK BERRY, LA PERFORMANCE PIU’ ICONICA DELLA SUA CARRIERA
Sebbene Keith Richards guardi a Chuck Berry come ad un modello completo ed estensivo di musicista, c’è una sua performance in particolare che gli fece venir voglia di diventare una rockstar. Parliamo dell’apparizione di Berry nel film concerto Jazz on a Summer’s Day, durante il quale salì sul palco con alcuni degli esponenti più brillanti e geniali del genere. Il chitarrista si trovò infatti al Jazz Festival di Rhode Island, con l’obiettivo di accattivarsi una platea di artisti jazz di lunga carriera.
Sebbene i margini di errore concessi a Chuck Berry fossero minimi, la sua performance fu strabiliante e colpì soprattutto un giovane Keith Richards. Anzi, il futuro chitarrista dei Rolling Stones ne rimase così abbagliato, da capire quel giorno di voler diventare come lui.
KEITH RICHARDS E LE DICHIARAZIONI SULLA PERFORMANCE DI CHUCK BERRY
Quando Keith Richards vede la performance di Chuck Berry al Jazz Festival di Rhode Island – poi immortalata anche nel film concerto Jazz on a Summer’s Day – percepisce una sorta di connessione istantanea con quel musicista. Ne rimane così incantato da decidere di voler diventare come lui.
“Quando ho visto Chuck su Jazz on a Summer’s Day da ragazzo, mi ha sconvolto come suonasse contro ogni buon senso con un gruppo di tipi jazz” avrà a dire Keith Richards in un’intervista per Rolling Stone del 2015. L’eccezionalità del rocker e la sua incapacità di conformarsi alla massa lo ispirarono profondamente. “Erano tutti brillanti […] ma avevano quell’attitudine jazz qualche volta tipo “Ooh, questo è rock & roll”. E’ stato uno show che avrebbe potuto far arrabbiare molta gente come invece l’ha resa felice – continuò a commentare Richards a proposito della performance di Chuck Berry – con Sweet Little Sixteen Chuck li ha portati vicino alla tempesta e ha suonato contro la loro rabbia. Per me, quello è blues. E’ l’attitudine e il fegato che ci vogliono. Quello era ciò che volevo diventare, a parte il fatto che fossi bianco”.