La leggenda di Prince rimane, ancora oggi, impressa nell’immaginario collettivo come una delle più indomite e ardenti di passione ed eclettismo. L’apporto del formidabile musicista che, ricordiamo, suonava, cantava, arrangiava, componeva e produceva in totale autonomia, sul panorama musicale contemporaneo è a dir poco massivo. La sua figura è tra le più, meritatamente, glorificate e brillanti della nostra epoca. Le radici di Prince affondano nei nobili ideali di una famiglia di musicisti, così come il suo iconico pseudonimo. Il cantante, infatti, trasse spunto per il suo nome da quello della band in cui militava il padre.
Prince mosse i primi passi da giovanissimo, nella sua terra natale, lo stato americano del Minnesota; oggi, dilaniato dalle rivolte delle comunità afroamericane per i pari diritti che; ormai da mesi, imperversano sul territorio degli USA, infondendo nuova speranza nel cuore corrotto della società moderna, pur non disdegnando immani tragedie e fiumi di sangue innocente gettato per le strade.
Nel corso di queste ultime settimane, sono state moltissime le iniziative proposte dalle comunità di colore statunitensi per la promulgazione di manifestazioni pacifiche; tra queste, la distruzione delle statue e dei monumenti dedicati a figure storiche riconducibili agli orrori del razzismo e della xenofobia. Una nuova petizione vorrebbe veder sorgere una magnifica statua di Prince al posto di quella dell’italiano Cristoforo Colombo, nella città dove il leggendario musicista ha affondato le radici.
Una statua per Prince, icona della musica internazionale
Ci troviamo in un periodo storico in cui, la società, sta subendo forti cambiamenti, causati da condizioni di bisogno di grave entità. In questo turbine di eventi particolarmente significativi, l’immaginario collettivo attraversa un processo di ridimensionamento forzato, attraverso il quale, paradigmi concettuali ed idealizzazioni di massa, precedentemente date per scontato, rischiano di essere stravolte. In questo clima rivoluzionario, le persone cominciano a rivalutare le figure storiche considerate, fino a poco tempo prima, come protagoniste del progresso socioculturale. La scelta delle comunità statunitensi di abbattere i monumenti dedicati alle figure storiche riconducibili alla deplorevole pratica del razzismo e della discriminazione, si basa proprio su questi asserti.
Recentemente, sono stati proclamati gli abbattimenti dei monumenti dedicati all’ex Presidente USA Theodore Roosvelt, sito nel museo di storia naturale di New York e dello schiavista Edward Colston; gettato in un fiume a Bristol. La rimozione della statua di Colston ha funto da scintilla per la cittadinanza statunitense; sempre più coinvolta nella propagazione del movimento. Come sappiamo, il Minnesota è stato l’epicentro della lotta al razzismo, scoppiata dopo il brutale assassinio di George Floyd.
La comunità locale, ha di recente, istituito una petizione per abbattere il monumento dedicato all’ammiraglio italiano Cristoforo Colombo, accusato di crimini di stampo razzista, violenze e omicidi ai danni delle popolazioni autoctone americane. “Non crediamo che la figura di Colombo incarni i nostri valori; piuttosto che glorificare un omicida, preferiremmo onorare un uomo dal quale abbiamo tratto profonda ispirazione, ergendo una statua in memoria di Prince”, affermano i cittadini. Se la raccolta andasse a buon fine, sarebbe il primo monumento dedicato al leggendario musicista a sorgere nella sua città natale.