I Doors sono una delle band rock più amate della storia del rock, malgrado abbiano coperto, in formazione completa, un arco di tempo piuttosto breve, vale a dire sei anni. Durante questi anni però la produzione musicale è stata senza dubbio cospicua, con sei album in studio pubblicati, più altri tre a seguito della morte di Jim Morrison, il carismatico front man. A lui è legata fortemente il successo dei Doors, colpendo, anche grazie alla sua immagine, l’immaginario dei giovani dell’epoca.
La voce baritonale di Jim Morrison ed i suoi testi, spesso comparabili alla poesia, trovarono un connubio perfetto con lo stile musicale che portarono gli altri tre membri della band. John Densmore, il batterista, proveniva dal mondo del jazz, mentre il chitarrista, Robby Krieger, aveva studiato chitarra flamengo (stile che emerge soprattutto nel brano “Spanish Caravan”, contenuta nell’album “Waiting for the Sun”) e quando lo invitarono a far parte della band possedeva una chitarra elettrica da soli sei mesi.
E’ però il tastierista Ray Manzarek che, dopo Morrison, si collega ai Doors. Pianista di estrazione classica non aveva solo il ruolo di tastierista, ma si prese la responsabilità anche di fare da bassista, eseguendo le linee di basso con un Fender Rhodes Piano Bass, divenuto uno dei marchi di fabbrica della band. Tutte queste caratteristiche hanno portato alla nascita di album capolavoro, tra cui “Morrison Hotel”, uscito del 1970 e che dunque quest’anno compie cinquant’anni.
The Doors: la nascita di “Morrison Hotel”
“Morrison Hotel” uscì un anno dopo all’album “Soft Parade”, che si distingueva dai lavori precedenti per l’inserimento di arrangiamenti più ricchi, con l’inserimento di archi e fiati, come possiamo ascoltare nel singolo che fu estratto, ossia “Touch Me”. E’ anche l’album di passaggio da sonorità più psichedeliche, a quelle più spiccatamente blues rock, che prenderanno pienamente forma nel lavoro successivo, l’ultimo con Jim Morrison, “L.A. Woman”.
Le migliori canzoni di “Morrison Hotel”
La traccia che apre il disco, è una di quelle che è ad oggi una delle più celebri della band, ossia “Roadhouse Blues”. La ritmica martellante ed il testo la rende perfetta come colonna sonora di un viaggio in auto in stile Route 66. La seconda traccia, “Waiting For The Sun”, riprende il titolo dell’album omonimo del 1968.
L’altra traccia maggiormente di rilievo per quanto riguarda il lato A è “Peace Frog”, in cui c’è un rimando a quell’episodio a cui Morrison assistette da bambino e che tanto lo segnò: durante un viaggio in auto con la famiglia vide a bordo strada un nativo americano in fin di vita a seguito di un incidente.
Per quanto concerne invece il lato B, la traccia di maggior impatto è fuor d’ogni dubbio “The Spy”, in quanto ci accompagna in quelle che saranno le atmosfere del già citato “L.A: Woman”, con un blues sinuoso.