La morte di Bon Scott, leggendario cantante degli AC/DC, fu una vera e propria tragedia. Era la notte tra il 18 e il 19 febbraio quando, il mitico frontman della band australiana, si spense nella sua auto, una Renault 5. Le cause del decesso vennero ricondotte, con molta probabilità, ad un’intossicazione da alcool che gli fu fatale. Passarono sei settimane e, ancora profondamente addolorati per la perdita dell’amico, gli AC/DC annunciarono di aver provveduto a trovare un nuovo cantante. La Rock band, infatti, pensò che il modo migliore per onorare la memoria di Bon, fosse portare avanti il suo sogno e le speranze che riponeva nella musica.
Il 19 aprile del 1980, gli AC/DC accolsero nella loro formazione Brian Johnson. Il cantante, metà inglese e metà italiano, era già abbastanza famoso sulla scena underground di quegli anni per aver militato, tempo addietro, in una glam rock band che riscosse un successo relativamente discreto, parliamo dei Geordie. Il cammino di Johnson e degli AC/DC, non si incrociò grazie ai fratelli Young. Fu proprio il compianto cantante della band, infatti, a fare la sua conoscenza prima ancora di unirsi agli AC/DC.
Lo storico incontro tra il cantante e Bon Scott
Nel 1973, Bon Scott non aveva ancora conosciuto i membri della Hard Rock band con cui avrebbe scolpito il suo nome nella storia. In quel tempo, Scott era il frontman dei Fraternity. Nel disperato tentativo di risollevare una carriera pressoché fallimentare, Scott e la sua band riuscirono ad assicurarsi l’apertura di alcuni concerti dei Geordie, la band in cui, come sappiamo, Brian Johnson prestava la voce. Sembrerebbe che, il giorno in cui Bon sentì, per la prima volta, Brian cantare, quest’ultimo avesse un’appendicite in corso e, ciò nonostante fosse stato capace di travolgere il pubblico col suo iconico timbro. Con queste parole, Scott presentò Johnson ai fratelli Angus e Malcolm Young.
Tempo dopo, Brian si allontanò dai palchi, suonando coi Geordie in maniera particolarmente sporadica, scegliendo di dedicarsi alla sua altra, grande, passione, i motori. In quel periodo, infatti, il leggendario cantante stava lavorando in un’officina di riparazione di tetti e parabrezza per auto a Newcastle, sua città natale. Fu allora che Brian Johnson ricevette una fatidica chiamata dagli AC/DC, in cui, questi, gli facevano sapere che era nella lista dei candidati per entrare a far parte della band.
La prima volta in cui Brian Johnson suonò con gli AC/DC
Fu così che Brian Johnson si presentò a Londra e, prima ancora di interloquire col resto della band, cominciò ad intrattenersi con i tecnici del suono. Pare che il cantante sia stato prelevato a forza dal gruppo per eseguire Whole Lotta Rosie, brano inciso dagli AC/DC nel 1977. Brian dovette eseguire solo due tracce su tre prima che il gruppo si convincesse che si stesse trovando davanti al degno successore di Bon Scott. Il resto, ovviamente fa parte di una magnifica storia che, tra alti e bassi, continua ad emozionare milioni di appassionati in giro per il mondo.
Brian Johnson non permise solo alla band di perpetuare il sogno dell’amico scomparso. Il suo apporto nel gruppo si rivelò provvidenziale quando, questi, gli regalò Back In Black, più grande successo della band e, sicuramente, uno degli album più venduti di tutti i tempi, con un totale di 50 milioni di copie. Al di la di tutto, il timbro di Brian Johnson è unico nel suo genere e, ad oggi, non possiamo che essere grati agli AC/DC per le decisioni assunte in quegli anni.