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I playback più provocatori della storia della musica

Il playback è, come praticamente tutti sappiamo, una tecnica che consiste nel sincronizzarsi ad una base musicale al fine di dare l’illusione di cantare o di suonare. Questo espediente è spesso visto con un misto di disgusto e sospetto dagli appassionati, malgrado venga usato spesso negli spettacoli che prevedono coreografie durante le quali il cantante è impossibilitato a cantare. Malgrado questa situazione si manifesti maggiormente nel mondo delle esibizioni di musica pop, non è raro vederlo applicato anche al rock, anche se, in questo genere, è spesso poco gradito anche dagli artisti. Infatti spesso, specialmente nel caso di messa in onda di trasmissioni televisive, gli artisti sono obbligati a ricorrere al playback. Questa costrizione spesso ha portato ad atti di ribellione rimasti storici.

Iron Maiden a “PIT”- 1986

Nell’anno del Signore 1986 si decise disgraziatamente di commettere un’eresia. L’emittente tedesca responsabile del programma “PIT” decise di invitare gli Iron Maiden per far suonare alla band il brano “Wasted Years”. La caratteristica che la band non gradì fu l’obbligo di esibirsi in playback. Così i membri del gruppo decisero di mettere in scena una bellissima presa in giro: durante la performance i membri della band si scambiarono gli strumenti, correndo e ridendo su e giù per il palco, dando vita ad una situazione grottesca.

Nivana a “Top of the Pop”- 1991

La trasmissione “Top of the Pop” era nota per utilizzare da sempre il playback nelle loro trasmissioni. Furono costretti a farne uso grandi artisti, dai Queen a David Bowie. Nel 1991 invece fu il turno dei Nirvana con “Smelles Like Teen Spirit”. I produttori chiesero a Kurt Cobain di registrare una versione da poi mimare in trasmissione, così da non essere sfacciatamente identica all’originale. Kurt eseguì gli ordini, ma andando controcorrente: la nuova versione lo sentiva cantare con un tono di voce molto più basso dell’originale, col fine di disturbare gli ascoltatori. Inoltre durante le riprese non suonò la chitarra e simulò del sesso orale col microfono.

Oasis a “Top of the Pops” – 1995

“Top of the Pops” evidentemente non recepì il messaggio, continuando a utilizzare il playback. Il risultato fu che quattro anni dopo si verificò un altro “imprevisto”, questa volta con protagonisti gli Oasis. La band dei fratelli Gallagher, che come sappiamo hanno delle belle teste, fu invitata in trasmissione per far ascoltare al pubblico “Roll With It”. L’espediente di protesta utilizzato fu lo “scambio di fratelli” con Noel nei panni del fratello in veste di cantante e Liam alla chitarra.

Muse a “Quelli che il calcio…”- 2009

Più di dieci anni dopo l’ultimo espisodio di cui abbiamo parlato, l’espediente del cambio di ruolo fu messo in scena anche nel nostro paese. La band che si rese protagonista furono i Muse alla trasmissione Rai “Quelli che il calcio…”.  Questa volta il rimescolamento fu massiccio: il cantante alla batteria, il batterista a basso e voce, il bassista alla chitarra. Simona Ventura cascò nell’inganno intervistando il batterista pensando si trattasse del cantante. Tra l’altro qualche puntata dopo gli Elio e le Storie Tese fecero lo stesso con Elio alla batteria con tanto di maglietta dei Muse.

Elio e le Storie Tese al “Festivalbar”- 2009

Restiamo in Italia, sempre nel 2009, sempre con Elio e le Storie Tese. Gli Elii furono invitati ad esibirsi al Festivalbar e vennero costretti ad usare il playback. La tecnica di protesta da loro utilizzata era ancora inedita: dopo una prima parte in cui la band recitava la sua parte mentre Elio correva per il palco, all’inizio del ritornello tutti si bloccarono come manichini cambiando di tanto in tanto posizione. Alla fine, con il pubblico in visibilio, furono portati via di peso da dei tecnici, sempre mantenendo la loro rigidità corporea.

 

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