Dietro ogni grande artista si nasconde, quasi sempre, un grande produttore discografico. E, oggi, vi vogliamo raccontare la tragica storia di uno dei più grandi produttori discografici della storia della musica: Phil Spector.
La brillante carriera di Phil Spector
Harvey Philip Spector, nato il 26 dicembre del 1939 a New York, è uno dei più influenti e rivoluzionari produttori discografici della storia della musica. Il suo approccio era a dir poco maniacale e, a tratti, quasi inquietante: Spector non si limitava solo a produrre l’album, ma ne seguiva scrupolosamente ogni piccolo passo. Phil Spector riusciva ad immedesimarsi in ogni singolo lavoro che produceva e, questa ossessione, derivava dal fatto che era egli stesso un compositore ed un musicista e sapeva cogliere perfettamente tutte le esigenze di ogni artista che trattava.
Pioniere di alcuni gruppi femminili degli anni sessanta come The Crystals e The Ronettes, Spector ha collaborato con alcuni dei più grandi musicisti della scena mondiale: da Tina Turner a John Lennon, da Leonard Cohen ai Ramones, passando per Cher, Celine Dion, Eric Clapton e tanti altri ancora.
L’inventore del “Wall of Sound”
Il produttore, compositore e musicista statunitense, tra l’altro è anche l’inventore del cosiddetto “Wall of Sound”: una speciale tecnica di registrazione che consisteva nell’aggiunta di strumenti tipici della musica orchestrale (archi, ottoni, timpani ecc) alle classiche strumentazioni rock. Il risultato finale era quello di un suono unisono e di un effetto riverbero che avvolgeva l’ascoltatore in quello che lo stesso Spector definì “un approccio wagneriano al rock and roll”. L’artista ebbe la brillante idea di trasformare le canzoni in piccole sinfonie, conferendo così al produttore un ruolo centrale tanto quanto l’autore stesso.
Dai Fab Four ad Eric Clapton, tutte le collaborazioni di Phil Spector
Philip Spector, grazie alla sua forte personalità, al suo innato talento e alle sue idee poco convenzionali riguardo i metodi di registrazione, riuscì a ritagliarsi uno spazio importante nel mondo della musica. Nel 1964 lavorò insieme ai Rolling Stones per il singolo “Little By Little” (suonando tra l’altro le maracas). Nel 1966 collaborò invece con Tina Turner e suo marito Ike, qualche anno più tardi, poi, fu contattato direttamente da Allen Klein: manager dei Beatles.
In Inghilterra Spector produsse uno dei primi singoli di John Lennon da solista, Instant Karma!, e continuò la sua collaborazione con i Fab Four anche dopo lo scioglimento dei Beatles. Nel 1970, infatti, cooperò con George Harrison per l’album All Things Must Pass. Sempre nello stesso anno fu contattato da Eric Clapton per produrre un singolo del suo nuovo gruppo, Derek and the Dominos. Appena un anno più tardi Phil Spector lavorò di nuovo con Lennon ad uno dei suoi più grandi successi: Imagine.
Il tragico omicidio di Lana Clarkson e la condanna a 19 anni di reclusione
Le collaborazioni con i Fab Four terminarono nel 1973 a causa di divergenze artistiche e problemi di carattere personale dovuti ai primi sintomi di follia di Spector. Nel 1977, infatti, mentre Phil lavorava all’album di Leonard Cohen “Death Of A Ladies Man”, andò in escandescenza e minacciò l’artista con una pistola.
Il suo carattere burrascoso, eccentrico ed ossessivo, alla fine, sfociò nell’omicidio di Lana Clarkson. Il 3 febbraio del 2003, infatti, la modella ed attrice statunitense fu trovata senza vita nella residenza di Phil Spector. Il produttore discografico ha sempre portato avanti la tesi che si trattò di suicidio involontario ma, questo, non gli è bastato ad evitare una condanna a 19 anni di reclusione per omicidio di secondo grado. Il produttore discografico sta scontando la sua pena nel Substance Abuse Treatment Facility and State Prison in California. Intorno a questa tragica vicenda, inoltre, è articolato anche il film “Phil Spector”: girato da David Mamet con Al Pacino nei panni del produttore.