Le canzoni incise da Freddie Mercury senza i Queen sono dei capolavori nascosti dalla fama e dal successo del suo gruppo principale? Oppure si tratta di brani senza mordente, forse a volte un po’ troppo sperimentali e distanti dalla qualità della maggior parte dei pezzi dei Queen? Cerchiamo di vedere insieme il valore artistico di questi dischi e delle canzoni di Freddie Mercury per cercare di dare una risposta a come sono gli album solisti del frontman dei Queen. Vediamo se il leader dei Queen era davvero così bravo da solista. Di certo, non si tratta di lavori così “normali” dal momento che Freddie aveva spesso voglia di andare al limite delle cose e, in questo caso, anche della musica.
Freddie Mercury sconfinava nel Kitsch?
Secondo alcuni, gli album solisti di Freddie Mercury sono dei lavori molto distanti dal glam rock, art rock e rock in generale dei Queen, e ci sentiamo d’accordo con questo pensiero. Alcuni hanno affermato che i dischi di Mercury contengono dei pezzi piuttosto “esagerati“, a volte impensabili e senza un vero filo conduttore. Altri ancora ritengono che sia il Kitsch a essere padrone nelle canzoni di Mercury secondo una via che lo distanziò talmente tanto dai compagni dei Queen che sembra irriconoscibile. Ma forse i dischi di Freddie Mercury contengono liriche intime e profonde, sappiamo che il leader dei Queen era bravo. È giunto il momento di conoscerle un po’ meglio.
Gli album solisti di Freddie Mercury
Gli album solisti di Freddie Mercury sono due, uno del 1985 intitolato Mr Bad Guy e l’altro del 1990 con il nome di Barcelona (registrato e cantato con la soprano spagnola Montserrat Caballè). Cerchiamo di non considerare per ora l’ultimo cofanetto antologico Never Boring, uscito nel 2019, che racchiude un pochino tutti i pezzi di Freddie Mercury come solista. Abbiamo volutamente lasciato fuori tutti gli altri cofanetti e raccolte varie perché per il momento non ci interessano. Molti di questi ultimi infatti sono operazioni di marketing, remix di pezzi cantati da Freddie e altri pezzi peraltro ritrovabili nei due suoi album solisti.
Vale la pena ascoltare Freddie Mercury come solista?
Vi rispondiamo subito: sì. Partiamo da un passo indietro. Mercury aveva scritto Love Kills, pezzo incluso nella colonna sonora della riedizione di Metropolis, e aveva ottenuto un buon successo nel mondo. Ecco che decise, a metà degli anni Ottanta, di mettersi a lavoro per un album solista ed ecco che nel 195 uscì l’album solista Mr. Bad Guy. Tutti si aspettavano un sound simile ai Queen, ma Freddie stupì tutti: i suoni andavano molto sul mood elettronico, con batterie elettroniche sperimentali e soprattutto l’influenza evidente del compositore Giorgio Moroder. In compenso, il basso di John Deacon, la chitarra di Brian May e la batteria di Roger Taylor si facevano sentire come mancanti. Inutile dire che il disco non ebbe un super successo.
Il disco “Barcelona”
Freddie Mercury continuò poi con i Queen, ma sentiva che mancava qualcosa, aveva la voglia di fare un disco vicino all’opera, tanto amata dal frontman del gruppo. Ed ecco che, con tanti sforzi, convinse la soprano Montserrat Caballé a cantare con lui. Nacque Barcelona, un pezzo che sarebbe potuto essere nei Queen tranquillamente. Il successo fu enorme e Freddie aveva finalmente dato vita a un suo sogno e aveva ancora bisogno di andare oltre i propri limiti. Il lavoro maniacale su Barcelona, album del 1990, fu enorme ma nacquero pezzi splendidi che vi invitiamo ad ascoltare. Gli album solisti del leader dei Queen meritano, valgono.