Presence è il settimo, glorioso album dei Led Zeppelin. Registrato ai Musicland Studios di Monaco; il disco venne pubblicato il 31 marzo del 1976, per la Swan Song, etichetta discografica di cui Jimmy Page era proprietario. Sono gli anni in cui, i Led Zeppelin, reduci dal successo planetario di Physical Graffiti, toccano il punto più alto della loro carriera.
Presence va a ruba, sparendo dagli scaffali dei negozi di dischi di tutto il mondo in men che non si dica. Pur seguendo il brillante strascico di una carriera lanciata verso le stelle; libera dalle pressioni delle case discografiche a cui le band di maggior spicco dell’epoca erano soggette; Presence segna il crack definitivo nella vita dei Led Zeppelin. Robert Plant era sopravvissuto all’incidente d’auto mortale nel quale rischiò la vita insieme a sua moglie, suo figlio Karac e la bambina di Jimmy Page.
Quell’incidente, fu interpretato, dal gruppo; come la prima violenta sferzata di vento che gettò la rotta del dirigibile verso tutt’altri percorsi. Il chitarrista cadde nel tunnel dell’eroina, mentre la spensieratezza lisergica con cui Robert Plant aveva incantato le masse, siccome insita nella sua indole da spirito libero, era svanita tra i resti del tragico episodio che lo vide coinvolto. Presence vinse il disco d’oro il 1 aprile del 1976 e, nonostante non abbia ricevuto, in un primo momento, un responso positivo unanime da parte della critica; col senno di poi è stato valutato come l’album in cui traspare la maggiore coesione tra i componenti del gruppo.
L’onnipresenza dei Led Zeppelin nel disco
Presence è il disco dell’equilibrio, un album incentrato sul riposo di un leone che torna a leccarsi le ferite mentre pianifica il prossimo attacco o, in termini decisamente più familiari; l’album con cui la band prova a riprendere il controllo del dirigibile e a riportarlo in rotta. L’opera di Presence si contraddistingue per la forza del legame tra i membri del gruppo, indissolubile e che si percepisce sin dall’ascolto della prima nota. Mai in nessun disco, i Led Zeppelin erano mai stati tanto uniti ed è questo che, col senno di poi, ha permesso al disco di essere rivalutato; insieme all’eclettismo magnifico con cui Jimmy Page traspone le sue chitarre al massimo dell’espressività.
Presence, però, è anche il disco del mistero, il disco dell’Oggetto Misterioso le cui fattezze, ancora oggi, attanagliano gli appassionati più curiosi, vista la propensione dei membri della band e, in particolare di Jimmy Page, per il mistero e il puro esoterismo. Lo stesso esoterismo che ha portato la figura dei Led Zeppelin ad essere demonizzata, nel corso degli anni, definendoli come una band maledetta, visto il loro tragico epilogo. Eppure, la passione per l’occulto del chitarrista degli Zeppelin, ha avvolto in un fascino oscuro l’intera opera della band, incendiaria dal vivo come nessuna.
In molti, nel corso dei decenni, si sono interrogati riguardo l’etimologia dell’Oggetto Misterioso sul quale si basa una delle copertine più iconiche nella storia della musica. Jimmy Page rivelò che si trattasse di una rappresentazione scherzosa del monolite intorno al quale verte il capolavoro cinematografico del regista Stanley Kubrick, 2001: Odissea nello Spazio. Eppure, gli esperti di esoterismo hanno tuonato contro questa accezione spiegando che, l’oggetto in questione sia un simbolo delle arti oscure, chiamato “transfer negativo”.
Le parole degli autori della copertina
Firmata dall’iconica coppia di Hypgnosis, Storm Thorgerson e Aubrey Powell, autori, di copertine altrettanto iconiche come quella di The Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd, la copertina di Presence; diviene ancor più misteriosa a seguito delle loro dichiarazioni. Storm Thorgherson suggerì a Jimmy Page di intitolare il disco The Obelisk o The Object, visto anche il fatto che, alle prime 1000 copie, vennero accompagnate delle riproduzioni dell’oggetto visibile sulla cover del disco.
La scelta di Page, deriverebbe dal fatto che, l’Oggetto, rappresenti l’onnipresenza della band che; irrimediabilmente segnata dai trascorsi catastrofici, sceglie di ristorare nell’attesa di tempi migliori. L’apporto dei Led Zeppelin sulla scena, però, è talmente marcato, da renderli indelebili e, metafisicamente onniscienti. Lontani dal palco per un po’, non potendo esplicare al massimo il carisma che li ha portati sul tetto del mondo. Con Presence, gli Zeppelin ricordano ancora, passi il gioco di parole, di essere presenti; di non aver abbandonato la musica, nell’auspicio di un glorioso quanto prossimo ritorno.
Sebbene Presence rappresenti la curva utile ai Led Zeppelin per uscire dal loro brutto periodo, non è ancora dato sapere quale sia il vero significato del monolite impresso sulla copertina del disco. La nebbia che avvolge le vicende degli Zeppelin si infittì sempre di più dopo il loro epilogo; fornendo alla band un alone di oscuro misticismo che; ad oggi, ha contribuito in ampia parte a consacrarli all’eterno.