Una delle ultime tendenze artistiche che si sono sviluppate, determinando quella che sembra essere una vera rivoluzione artistica e musicale, prende il nome di 8D e si propone attraverso un modo rivoluzionario di guardare alla musica e all’ascolto in generale. Come sempre, prendendo in considerazione quelle che vengono definite come nuove tendenze, c’è bisogno di una contestualizzazione e di una spiegazione approfondita del fenomeno cui ci si rapporta, senza la pretesa di voler dare gli insegnamenti o dei giudizi ma solo volendo constatare la materia che viene presa in considerazione. L’8D è davvero rivoluzionario e, in generale, di che cosa si tratta nello specifico?
La nuova tendenza dell’audio 8D
Non c’è stato bisogno di molto tempo, in una realtà dominata dal digitale e dalle comunicazioni veloci, per venire a conoscenza di una nuova tendenza musicale, che determinerebbe un ascolto incredibilmente rivoluzionario della musica. La diffusione, rapida, è avvenuta sia attraverso diversi account Instagram che hanno condiviso una traccia, sia attraverso la rapida messaggistica di Whatsapp che parla di un nuovo prodigio dei Pentatonix.
La maggior parte di voi l’avrà anche letto ma, per permettere una comprensione migliore da parte di tutti, vi citiamo il suddetto: “Ascolta questo brano con gli auricolari. È la nuova musica di Pentatonix, composta con tecnologia 8D. Ascoltalo solo con le cuffie. Sarà la prima volta che ascolterai quella canzone con il cervello e non con le orecchie. Sentirai la musica dall’esterno e non dalle cuffie. Senti gli effetti di questa nuova tecnologia.”
Come funziona l’audio 8D e che cos’è?
L’ascoltare la musica con il cervello e non con le orecchie, così come viene spiegato all’interno di un messaggio, è in realtà l’effetto di una tecnica sonora che ha preso convenzionalmente il nome di 8D, ma che in realtà funziona con dei meccanismi di costruzione del suono pensati proprio per sembrare multidimensionali. L’effetto che si vuole simulare attraverso l’audio 8D è quello della presenza di amplificatori intorno a sé, in modo che il suono lo si ascolti nella sua completezza e non soltanto attraverso le due sorgenti uditive delle orecchie.
Ma com’è possibile tutto ciò? Il discorso di produzione del suono si tratta attraverso la tecnica del panning (dall’inglese pan, fare una panoramica), che permette di spostare il suono – o meglio, di amplificarlo al nostro udito – da sinistra a destra, eliminando il riverbero del suono e permettendo una maggiore immersione dell’ascolto da parte dell’ascoltatore, che percepisce meno quella distinzione tra suono e ambiente circostante, dal momento che – se ben realizzato – quest’effetto si inserisce perfettamente nel contesto di ascolto.
L’audio 8D è davvero rivoluzionario per il mondo della musica?
Stando alle premesse che sono state sopraccitate, si può capire come l’audio 8D non caratterizzi una rivoluzione per il mondo della musica, per quanto – in diverse occasioni, soprattutto se queste si configurano attraverso la qualità di chi realizza un determinato prodotto – possa essere sicuramente attrattivo ascoltare canzoni che funzionino attraverso il fenomeno del panning del suono.
Per due motivi: innanzitutto non si tratta di un fenomeno cronologicamente inedito, dal momento che già da anni si sente parlare di una tecnologia che, attingendo dalla realtà immersiva del videogame, aveva cercato di replicarsi nel mondo della musica, particolarmente in quello dell’hip-hop. In secondo luogo perchè, per loro definizioni, non esistono davvero otto dimensioni che possano essere prese in considerazione: se in termini di immagine parlare di 4D vuol dire proporre un modello rivoluzionario di visione, l’8D inteso in senso musicale non ha senso di essere, anche in virtù della sua definizione pratica che non propone un nuovo modo di ascoltare la musica, ma soltanto una prospettiva differente di ascolto che, non lo neghiamo, piace e può piacere, a patto che – però – ci si serva di buone cuffie e si faccia riferimento a lavori ben realizzati.