Tutta la storia dei Led Zeppelin, approfondita attraverso le fasi, la storia, i misteri, gli aneddoti e chi, oggi, si pone come continuatore della band.
di Bruno Santini (Nefele)
Poche cose riescono a mettere d’accordo gli amanti del rock. Tra discussioni tra chi sia il pioniere del genere, chi l’abbia veramente creato e quale sia il miglior artista di sempre, c’è una band che riesce a mettere tutti (o quasi) d’accordo: i Led Zeppelin. La band britannica è uno dei capisaldi del rock. Ha dato al rock forma, fama e qualità. In quest’articolo, vogliamo approfondire la storia di una delle band più importanti di sempre.
La storia dei Led Zeppelin
I Led Zeppelin si sono formati ufficialmente nel 1968, nel Regno Unito. La band pone le sue radici in una precedente formazione: gli Yardbirds. La band è nota, essenzialmente, per due ragioni: è stata una delle prime rock band di sempre, ma soprattutto ha lanciato tre artisti certamente non irrilevanti: Eric Clapton, Jeff Beck e Jimmy Page. Proprio quest’ultimo si unì alla formazione nel 1966, dopo essersi fatto riconoscere come session man.
Gli Yardbirds cambiarono continuamente formazione, fino ad avere una line-up composta dallo stesso Page, Robert Plant, John Bonham e John Paul Jones. La band, che doveva partire per una tourneè, cambiò nome in The New Yardbirds, ma si trattò di un qualcosa di provvisorio. Dopo i concerti, infatti, presero a chiamarsi Led Zeppelin. Il successo fu praticamente immediato: per essere una band emergente, la formazione britannica riuscì ad ottenere un contratto astronomico, 200 mila dollari dalla Atlantic Records.
I primi due album furono pieni di sperimentazione e cambiamenti continui. La band amava reinventarsi continuamente, anche sui palchi le esecuzioni erano lunghe e improvvisate: i concerti, talvolta, durarono più di quattro ore. Prima del terzo album i Led Zeppelin decisero di prendersi un periodo di pausa. Il risultato fu più che ottimale: anche il terzo, così come i due precedenti, fu un vero e proprio successo mediatico e qualitativo.
A partire dal quarto album, la situazione cambiò. Gli anni della maturità, così definiti, portarono la band a realizzare il grande capolavoro che risponde al nome di Led Zeppelin IV. Paradossalmente, mentre il successo tra i fan cresceva sempre più e la qualità aumentava, i rapporti con la stampa diventavano sempre più tesi. La critica preferì al tour dei britannici quello dei Rolling Stones.
Dal 1974 in poi la situazione cambiò: con la fondazione della Swan Song Records e con i successivi album, in particolar modo Phisycal Graffiti, la band riuscì ad ottenere un grande riscatto internazionale. Ancora una volta, però, il parallelo: dal punto di vista sociale l’immagine della band era minata da gesti eccentrici e molto discussi, che compromisero la loro fama in non molto tempo.
Siamo agli ultimi anni, quelli in cui la fama della band iniziò a decadere dopo essere stata all’apice della celebrità. La critica iniziò a definire la band sorpassata, dato anche l’avvento di punk rock e altri generi molto in voga al tempo. Eppure gli appassionati non mancavano. I problemi provocati da Bonhan e la sua successiva morte provocarono lo scioglimento del gruppo, che in comunicato stampa dichiarò di non voler più continuare come prima. Tuttavia, ci sono stati numerosi momenti di reunion della band: in particolar modo negli anni duemila, quando circolarono voci secondo cui sarebbe stato Dave Grohl a sostituire il defunto Bonham. Le reunion sono state solo momentanee, per particolari concerti o manifestazioni. Tuttavia, alcuni album (tra greatest hits e inediti) sono stati pubblicati negli ultimi anni.
Satanisti o esoterici? Alcuni misteri della band
Tra le tante cose che sono state dette sui Led Zeppelin c’è sicuramente l’accusa di satanismo che riguarda il brano Starway To Heaven. Secondo l’accusa, il brano conterrebbe un inno a Satana, velato attraverso la tecnica del backmasking. Ascoltando, infatti, un pezzo del brano al contrario si potrebbero cogliere dei riferimenti demoniaci, oggetto dell’accusa mossa alla band. Si tratta, però, di semplice illusione acustica. Molti tecnici del suono hanno infatti confermato che si tratta di pure illazioni e che non c’è nulla di così misterioso o satanico. Lo stesso Jimmy Page ha confermato il tutto, ritenendosi inoltre dispiaciuto perchè nelle intenzioni della band non c’era certo quella di fare questo tipo di musica.
A dire il vero, i misteri sono una costante della band britannica, da sempre bersaglio delle più controverse e astruse interpretazioni. Prendiamo, ad esempio, Led Zeppelin IV. Album avvolto dai mille misteri e dalle tante interpretazioni, vede la sua unica firma in quattro simboli di oscura decifrazione, che rappresentano i quattro membri della band. I simboli derivano tutti dal linguaggio delle rune. Jones e Bonham li hanno ripresi da dei libri, mentre Page e Plant li hanno disegnati di proprio pugno, con forti ispirazioni ai simboli alchemici di Cardano.
Anche la copertina non è da meno: essa rappresenta ciclicamente la vita, attraverso delle scene specifiche.
E che dire di Four Sticks? Il brano, già dal titolo, riguarda da vicino John Bonham. Nel testo si parla di un lutto improvviso, che sarebbe avvenuto in una stanza d’albergo, con una finestra aperta e un salice, al chiaro di luna. Che si voglia o meno credere alle coincidenze, è proprio ciò che è accaduto nel 1975 al batterista. Jones, infatti, che trovò il corpo del compagno senza vita, dichiarò che era morto al chiaro di luna e che la finestra aperta inquadrava un calice all’esterno.
Nuovi Led Zeppelin? Greta Van Fleet e altre band che ricordano i britannici
Di band che hanno cercato, di emulare, negli anni il lavoro dei Led Zeppelin ce ne sono parecchie. Alcune formazioni si sono semplicemente ispirate alla band, altre invece la ricordano molto da vicino per parecchi aspetti.
I Kingdom Come, ad esempio. Formazione hard & heavy formatasi a Los Angeles nel 1987, è stata spesso paragonata, dalla critica, al celebre antecedente hard rock. I Whitesnake, allo stesso modo, furono accusati di essere delle copie dei britannici. Si trattò, in questi casi, di considerazioni da parte della critica che ritrovava molti elementi simili, tra cui voce e riff. Ozzy Osbourne attaccò tutte quelle che definiva “copie” nel suo brano Led Clones.
Il caso più eclatante è piuttosto recente: i Greta Van Fleet. Gruppo rock americano formatosi nel 2012, secondo buona parte della critica (e anche dei fan degli Zeppelin) sarebbe la reincarnazione moderna della band britannica. I Greta Van Fleet non si limiterebbero ad emulare i Led Zeppelin, ma ad essere proprio loro. Josh Kiszka ha un timbro vocale che ricorda molto quello di Robert Plant, ma non è l’unico elemento in comune. Musicalmente e vocalmente parlando, ci sono molte affinità che perdono terreno nella genialità e nella profondità dei testi.
Insomma, stiamo a vedere, trovare una band che possa avere la stessa importanza e genialità dei britannici non ci dà mica fastidio!
L’aneddoto: Thor Ragnarok e Immigrant Song
Ecco un fatto abbastanza recente, che testimonia quanto la musica dei Led Zeppelin sia importante. E’, quella dei britannici, musica che muove le masse e influenza molto sul piano sociale? Possiamo dirlo senza problemi.
E’ curioso infatti il seguente aneddoto. Per convincere i Marvel Studios a cedergli la regia di Thor: Ragnarok, Taika Waititi si è servito proprio di un pezzo della band britannica. Si tratta di Immigrant Song, canzone che, per la sua celebrità, non dobbiamo certo star qui a ricordare quale sia.
Thor: Ragnarok è l’ultimo capitolo di una trilogia. Il film, dalla fine del 2017, è circolato anche nelle sale italiane riscuotendo, in generale, un buon successo non solo tra gli amanti del genere. Ritornando a Waititi, ha inviato una clip ai Marvel Studios per rappresentare l’idea che aveva in mente. Proprio questi ultimi hanno commentato l’idea definendola straordinaria. Di solito, dicono, i registi inviano semplici clip informative. Waititi, invece, ha deciso di inviare uno spezzone con Immigrant Song. Il brano ha definito perfettamente il carattere che avrebbe assunto il film, convincendo la Marvel a scegliere il regista giusto.
Che dire, allora, di più? Alla fine della fiera non si può far altro che sottolineare quanto sia stata (e sia ancora) grande l’importanza della band britannica.
Senza se e senza ma.