Sancire con decisione o con fermezza quale sia la formazione metal di sempre non è assolutamente semplice, anche alla luce di tutti i sottogeneri del metal che hanno fatto la storia della musica. Senza dubbio, ogni sottogenere ha avuto il suo interprete migliore e, se si pensa al groove metal, non si può che pensare alla formazione metal statunitense, che ha fatto la storia certamente non casualmente. Ma quali sono i migliori momenti che possono dimostrare ciò? Vi parliamo dei cinque momenti, tra album, canzoni, concerti e tanto altro ancora, che dimostrano come la formazione sia la migliore di sempre nel suo genere.
La pubblicazione di Cowboys From Hell
Si potrebbe pensare, erroneamente e non essendo estremi conoscitori della discografia dei Pantera, che Cowboys From Hell sia il primo album in studio della formazione statunitense. Si tratta, in realtà, del quinto: eppure, l’album in questione è stato il primo incredibilmente decisivo nella maturazione della formazione groove metal. E’ l’album della svolta artistica e della maturazione definitiva del gruppo che, oltre le sonorità heavy metal che avevano caratterizzato i primi prodotti, si rifugia verso delle sonorità innovative e sicuramente più apprezzate. Facciamo parlare i fatti, attraverso le tracce dell’album in questione:
- Cowboys from Hell – 4:06
- Primal Concrete Sledge – 2:13
- Psycho Holiday – 5:19
- Heresy – 4:45
- Cemetery Gates – 7:03
- Domination – 5:02
- Shattered – 3:21
- Clash with Reality – 5:15
- Medicine Man – 5:15
- Message in Blood – 5:09
- The Sleep – 5:47
- The Art of Shredding – 4:16
Cemetery Gates
Tra le tracce di Cowboys From Heel, la migliore è sicuramente Cemetery Gates, che caratterizza anche uno dei più grandi successi della formazione. Non c’è dubbio dell’iconicità del brano, che passa attraverso tutti gli aspetti che possono essere presi in considerazione: dall’impatto storico-artistico della canzone alla sua posizione, centrale, del quinto album della formazione statunitense, fino allo splendido assolo di Dimebag Darrell, storicamente considerato come uno dei migliori di sempre.
I Pantera definirono significativamente questa canzone, con le seguenti parole: «Abbiamo sempre fatto molte cose musicalmente diverse tra loro: stavamo solo mostrando una lato più ampio della band, la roba più melodica che potevamo fare.»
Il concerto in URSS dei Pantera
Il Monsters of Rock in URSS non ha certamente bisogno di troppe presentazioni, dal momento che parliamo probabilmente di uno degli eventi musicali migliori di sempre, se si pensa che sia stato realizzato prima della caduta del regime sovietico, avvenuta nel 1991. AC/DC, Metallica e The Black Crowes furono accompagnati dalla formazione metal statunitense, fresca della pubblicazione che aveva caratterizzato la sua svolta: stimare quanti fossero presenti a quel concerto gratuito è difficile, ma è sicuramente semplicissimo di parlare di evento quantomeno riuscito.
La pubblicazione di The Great Southern Trendkill
La pubblicazione di The Great Southern Trendkill, ottavo album in studio della formazione metal statunitense, rappresenta un momento altissimo per la band, oltre che uno dei cinque in cui abbia dimostrato di essere tra gli emblemi della musica metal. Volendo far parlare ancora una musica e non dilungandoci oltre il consentito, vi riportiamo le tracce di uno splendido album, a dimostrazione del suo incredibile impatto nella storia della musica:
- The Great Southern Trendkill – 3:46
- War Nerve – 4:53
- Drag the Waters – 4:55
- 10’s – 4:49
- 13 Steps to Nowhere – 3:37
- Suicide Note Pt. 1 – 4:44
- Suicide Note Pt. 2 – 4:19
- Living Through Me (Hells’ Wrath) – 4:50
- Floods – 6:59
- The Underground in America – 4:33
- (Reprise) Sandblasted Skin – 5:39
La pubblicazione di Reinventing The Steel
Ultimo pregevole atto che ha caratterizzato la celebre carriera dei Pantera e che ha dimostrato, ancora una volta, quanto la band fosse avanti nella storia del metal è la pubblicazione del suo ultimo album in studio, Reinventing The Steel. L’album, pubblicato nel 2000, risulta essere in netta controtendenza rispetto alle tendenze metal che si stavano sviluppando nel nuovo millennio e, lo si può dire senza ipocrisia, l’esperimento fu assolutamente riuscito. Seguono le tracce dell’album:
- Hellbound – 2:40
- Goddamn Electric – 4:56
- Yesterday Don’t Mean Shit – 4:19
- You’ve Got to Belong to It – 4:12
- Revolution Is My Name – 5:15
- Death Rattle – 3:17
- We’ll Grind That Axe for a Long Time – 3:44
- Up Lift – 3:45
- It Makes Them Disappear – 6:21
- I’ll Cast a Shadow – 5:23