R3M

Bohemian Rhapsody, la famiglia di Paul Prenter contro il biopic: “è offensivo e non riflette la realtà”

Nella storia dei Queen c’è un personaggio che, troppo spesso, è passato in secondo piano: Paul Prenter. Si tratta, in realtà, di una delle figure più controverse della storia della band britannica, messa in luce soprattutto nel biopic “Bohemian Rhapsody” diretto da Bryan Singer. Nella pellicola,pubblicata nel 2018, si ripercorre la storia dei Queen a partire dall’anno di formazione fino al leggendario Live Aid del 1985. Nonostante il successo, però, col tempo non sono mancate critiche e lamentele. E, le ultime, riguardano proprio il personaggio di Paul Prenter, interpretato da Allen Leech.

La storia di Paul Prenter, assistente personale di Freddie Mercury

Il personaggio di Paul Prenter, nel biopic, è infatti dipinto come il ‘cattivo di turno’ e come colui che ha portato sulla cattiva strada Freddie Mercury. Secondo la famiglia Prenter, però, i fatti narrati nel film non corrispondo alla realtà.

Paul Prenter, figlio di un celebre bookmaker cattolico di Belfast, grazie alla sua grande passione per la musica e all’amicizia col il magnate dell’etichetta discografica EMI, John Reid, riuscì sin da subito ad entrare nel complesso circuito dell’industria musicale. Iniziò, così, a lavorare a Londra con artisti del calibro di Diana Ross e Stevie Wonder, per poi spostarsi nell’Irlanda del Nord e lanciare la prima stazione radio commerciale.

Dopo un anno e mezzo circa ritornò a Londra per continuare la sua collaborazione con John Reid che, in quel periodo, gestiva una band britannica chiamata Queen. Ed è proprio in quell’esatto momento che iniziò la sua carriera di assistente personale del frontman Freddie Mercury, una carriera durata per oltre 10 anni e condita da scoop, scandali e tradimenti.

La famiglia Prenter, intervistata dal MailOnline, ha voluto raccontare in esclusiva la loro versione dei fatti, sicuramente distante da quella raccontata nel biopic e certamente più fedele alla realtà.

L’intervento della famiglia Prenter

Il primo ad intervenire su questa delicata questione è stato Stephen Prenter, fratello di Paul. Egli ha sempre sostenuto la tesi che Paul e Freddie fossero semplicemente grandi amici e non amanti come vogliono far passare nel fim. Alla sua tesi, inoltre, ha accompagnata varie foto che ritraggono il fratello e il frontman dei Queen, proprio per dimostrare quanto fosse profondo il loro legame e quanto fossero buone le sue intenzioni. “Posso assicurarvi, al 100%, che Freddie e mio fratello non sono mai stati coinvolti, in alcun modo, in contesti sessuali”, ha spiegato Stephen.

La parte più dolorosa di ‘Bohemian Rhapsody’, secondo i familiari, è quella in cui il padre di Paul passa per quello che ‘avrebbe preferito vedere il figlio morto, piuttosto che gay’. “Paul, sin dall’età di 16 anni, ha apertamente parlato della sua omosessualità e i nostri genitori gli sono sempre stati di supporto, prendendosi cura di lui fino alla sua morte per AIDS.”

Della stessa opinione è anche Gerard Prenter, altro fratello di Peter: “Questo biopic è come un film della Disney, con tutti i personaggi positivi e Paul nei panni del cattivo. Penso che questo sia un modo veramente meschino di fare le cose e, soprattutto, penso che se Paul fosse stato vivo non avrebbero mai osato farlo.”

Al dibattito, inoltre, ha partecipato anche Blathanaid, figlia di Gerard e nipote di Paul: “Penso che se Freddie Mercury fosse vivo non apprezzerebbe per niente questo film. Lui e Paul erano così amici. E la figura di ‘cattivo ragazzo’ non rappresenta per niente Paul, che era un padre, un figlio, uno zio e un padrino formidabile.”

Articoli correlati

Condividi