I Beatles hanno segnato la storia della musica grazie alla loro notevole personalità, oltre ad alcuni brani capaci di restare impressi nella memoria di milioni di persone. Tra questi, Let it Be occupa senz’altro un ruolo di primo piano. Il singolo è uscito ufficialmente il 6 marzo del 1970 e mezzo secolo dopo è ancora ricordato da tutti per il suo testo penetrante e per la sua atmosfera avvolgente. Ecco tutti i segreti di un pezzo davvero unico nel suo genere, una ballata rock dal significato straordinario.
Come nacque Let it Be
La nascita di Let it Be risale al 1968. Paul McCartney riceve una sorta di sogno premonitore durante una notte qualsiasi. Era la sua amata mamma Mary, scomparsa nel mese di ottobre del 1956 quando l’artista aveva solo 14 anni. Nella circostanza, lei invitava lui a non lasciarsi andare ad alcuna preoccupazione, limitandosi a fare in modo che tutto andasse come doveva andare. “Si tratta di un brano positivo – ha spiegato McCartney – nato dall’intento di mia madre di farmi stare tranquillo nei momenti di ansia per confermarmi che tutto sarebbe andato per il meglio”.
La crisi dei Beatles durante la gestazione di Let it Be
La realizzazione di Let it Be scaturì da una situazione interna dei Beatles che era tutt’altro che rosea. Dopo la morte di Brian Epstein, storico manager della band di Liverpool, i quattro avevano un rapporto reciproco sempre peggiore. John Lennon era troppo concentrato sulla sua storia d’amore con Yoko Ono, George Harrison era ormai geloso dei due frontman e Paul McCartney cercava di sedare ogni tensione, con scarsi risultati. Ci voleva un album straordinario per fare in modo che i Fab Four tornassero a suonare insieme come ai vecchi tempi, con risultati straordinari sotto l’aspetto relativo alle vendite e un po’ meno per il loro sodalizio musicale.
Un brano inizialmente molto odiato da John Lennon
Let it Be non piaceva assolutamente a John Lennon, che non fece nulla per nasconderlo. Secondo lui, il brano aveva un significato troppo religioso e lo dimostrò anche schernendolo nell’album. Non a caso, l’artista ha prese in giro la canzone parlando di una sorta di esecuzione dell’ode “Udite! Gli angeli cantano!”. Al tempo stesso, la stessa collocazione nel disco fu un gesto di irrisione, ponendo il pezzo immediatamente prima della traccia Maggie Mae, incentrata sulla figura di una prostituta di Liverpool.
L’ultimo singolo dei Beatles prima del loro scioglimento
Dopo Let it Be, il nulla. Forse non tutti ricordano che questo fu in assoluto l’ultimo singolo dei Beatles, prima che i quattro membri dello storico complesso decisero di prendere strade separate. Infatti, l’omonimo album fu pubblicato dopo che John, Paul, Ringo Starr e George avessero portato a termine la loro epopea musicale insieme. Lo stesso discorso è valido per quanto riguarda il singolo estratto successivo, ossia The Long and Winding Road.
Tantissime cover per un brano leggendario
Let it Be è uno dei brani più soggetti a cover della storia della musica. Due delle versioni uscirono addirittura prima del singolo vero e proprio e furono incise da Joe Cocker e Aretha Franklin. Nel corso dei decenni successivi, si cimentarono nella riproposizione della canzone artisti del calibro di Ray Charles, Gladys Knight, Leo Sayer e Nick Cave, oltre all’italianissima Mina. Nel 2004, il brano è stato inserito dalla rivista Rolling Stone al ventesimo posto tra i migliori di tutti i tempi. 50 anni dopo, lo ricordiamo ancora tutti.