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Green Day, Billie Joe Armstrong: “ecco perché invito i fan sul palco”

“Non sai mai cosa aspettarti”, esordisce così il frontman dei Green Day, Billie Joe Armstrong nel corso di un’intervista rilasciata per WMMR. Il chitarrista e cantante della band simbolo del Pop Punk ha rivelato i motivi che lo spingono ad invitare, regolarmente, i suoi spettatori sul palco per suonare o intonare alcuni brani dei Green Day. La band ha da poco rilasciato un nuovo album, Father Of All Motherfuckers, seguito del successo del 2016, Revolution Radio.

Quando gli è stato chiesto come faccia a scegliere le persone tra il pubblico, sicuro che queste non lo deluderanno, l’eccentrico musicista spiega: “Non c’è un modo, non ho aspettative. A volte i fan non riescono a suonare, altre volte sul palco salgono veri e propri virtuosi e il pubblico va in visibilio. In ogni caso, anche quando le esibizioni lasciano a desiderare. Lo spirito di condivisione dei nostri fan, li unisce così tanto da creare una complicità meravigliosa”.

Successivamente, il Leader dei Green Day ha dichiarato quale sia la band che ha avuto maggiore impatto sul suo modo di comportarsi durante i suoi spettacoli dal vivo: “Ricordo che da bambino guardavo i Van Halen suonare. Avevo più o meno 12 anni. Se Eddie mi avesse chiesto di salire sul palco con lui, io mi ci sarei fiondato. Suonare con lui sarebbe stato straordinario. Ho sempre vissuto con questa idea in mente; così è ciò che è accaduto inconsciamente. Con i Green Day sono riuscito a rompere la barriera che si crea tra la band e il suo pubblico”.

 Il bambino che ha sbalordito i Green Day

Andando avanti con il colloquio, a Billie Joe Armstrong è stato chiesto di esprimere il suo parere riguardo l’esibizione di un bambino che, chiamato sul palco, ha suonato alla perfezione Jesus Of Suburbia; un assoluto successo della band, relativamente difficile da suonare: “Ho avuto i brividi, è stato stupefacente. Ho provato una gioia indescrivibile quando ho visto quel bambino suonare. Mi ha dato modo di ricordare per quale motivo mi trovassi su quel palco. La musica è esaltazione e quel bambino ha incarnato questo stato d’animo perfettamente. È stato grande!”.

Le parole di Billie Joe riguardo il nuovo album della band

Ad un certo punto dell’intervista, Billie Joe Armstrong è stato interrogato in merito alle scelte stilistiche fatte per Father Of All Moterfuckers. In particolare, il colloquio si è incentrato sul motivo per il quale siano state omesse 6 tracce dall’album, raccogliendone solo 10; rendendo Father Of All Motherfuckers, il lavoro in studio più breve dei Green Day:Stavamo provando a dare un senso al disco. Sequenziare un album è una delle parti più difficili dell’incisione”, spiega.

“Avevo 16 pezzi da mettere insieme, ma riuscivo a trovare un senso solo in una sequenza di 10, quindi ho deciso che il disco sarebbe stato composto in questo modo”.  Dopo una Rock Opera e tre album con 36 tracce registrate, Father Of All è stato l’album dei Green Day più breve dai tempi di Insomniac del 1995.  Per ideare il disco, i membri della band si sono riferiti alle loro più grandi influenze, dai classici della Motown al Glam Rock degli anni ’80.

L’omaggio dei Green Day a Joan Jett

Nel corso degli anni, Billie Joe Armstrong ha espresso più volte la sua ammirazione nei confronti di Joan Jett e della sua band, le Black Hearts. In Father Of All Motherfuckers, il frontman dei Green Day ha scelto di campionare una parte di Do You Want To Touch Me, brano hit della band e di scriverci intorno una canzone.

“Ho sempre voluto campioare quella canzone. Il ritmo è semplicemente perfetto, ma per qualche motivo, non ho mai creduto di esserne capace; pensavo fosse fuori dalla mia portata. Poi l’ho fatto senza pensarci e ho deciso di farlo e basta, cantandoci su. SIamo fan sfegatati di Joan Jatt, crediamo sia stato un bel modo di tributarla”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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