Siamo anche noi tornati sulla storia dei messaggi subliminali nelle canzoni rock e metal. Stavolta però non parliamo di nessuna band black metal, death metal, deathcore o shock rock. Parliamo dei padrini del rock, del beat e del pop inglese, ovvero dei Beatles. È vero che loro stessi nascondevano dei messaggi nascosti che inneggiavano al diavolo o alla droga? Sono stati loro stessi a nutrire la leggenda della morte di Paul McCartney? Non prendiamo tutto alla lettera ma ci soffermiamo su alcune particolarità dei loro pezzi. Vediamo allora i messaggi subliminali nelle canzoni dei Beatles.
IL BACKMASKING COME TECNICA
Le band death metal detengono il monopolio assoluto di questi messaggi nascosti, non c’è paragone. I Beatles però sono stati i primi a imbattersi, volontariamente o meno, nel backmasking. Si tratta di messaggi nascosti che si possono sentire quando il brano viene riprodotto al contrario, in modo tale che si senta qualcosa di strano. Molto spesso questo tipo di messaggi avevano uno scopo scherzoso o ironico, per un fine del tutto innocuo. Il metal ha spesso preso questa tecnica inneggiando alla droga o al satanismo, ma per il 99% dei casi si tratta solo di una strategia musicale.
I MESSAGGI SUBLIMINALI DEI FAB FOUR
Uno dei primi brani in cui venne segnalato un messaggio inserito in backmasking è proprio dei Beatles. Si tratta di Revolution 9. Se si ascolta il pezzo, ad un certo punto si sente una voce che ripete: “Number nine, Number nine…“. Se riprodotto al contrario, il messaggio recita: “Turn me on, dead man…“, tradotto “Eccitami uomo morto“. Si disse che questa tecnica venne imparata da John Lennon e soci nel 1965, ai tempi dell’uscita del disco Rubber Soul. L’idea era venuta proprio all’autore di Imagine dopo aver ingerito una dose piuttosto pesante di LSD. Si sa che questa droga psicotropa può mandare in trance e il cantautore la usava come “ispirazione“.
DALLA LSD ALLE CHITARRE AL CONTRARIO
Un altro caso molto famoso è “Lucy in the sky with diamonds”, un altro dei pezzi più famosi dei Fab Four. Secondo alcuni, il titolo è incentrato su 3 parole, Lucy – Sky – Diamonds. Secondo i complottisti, le iniziali sono le stesse di LSD, la droga spesso usata dal gruppo. In realtà, queste teorie sono piuttosto stupide e cadono facilmente, per un motivo anche piuttosto semplice. I Beatles hanno dedicato diversi brani alle droghe, come Day Tripper o Tomorrow Never Knows, e lo hanno detto in maniera anche piuttosto esplicita. A volte, come in Tomorrow Never Knows, il gruppo si divertiva a inserire le chitarre registrate al contrario, per divertimento.
STRAWBERRY FIELDS FOREVER E PAUL MCCARTNEY
Un altro pezzo incriminato è Strawberry Fields Forever anche qui per un motivo preciso. Pare che John Lennon dica “I buried Paul”, ovvero “Io ho sepolto Paul”. Da qui si è nutrita ancor di più la teoria della morte di Paul McCartney. In questo caso si tratta di pareidolia acustica e non di backmasking. La pareidolia acustica è una sorta di illusione subcosciente che ci porta a sentire alcune parole ascoltate in maniera distorta. Lennon in realtà dice “cranberry sauce” e non pronuncia la parola “Paul” nemmeno per sbaglio. Questi erano i messaggi subliminali nelle canzoni dei Beatles, voi ne conoscete altri?