Da sempre monito alla libertà e all’evasione, il Rock si presenta, nelle sue molteplici sfaccettature, nei momenti dal carico emotivo più alto. Dopotutto, la realtà dei fatti, è che la musica scioglie i nodi più districati, sradica le inibizioni, dissolve le ansie. Ogni canzone è un viaggio alla scoperta di sé stessi; ed è, probabilmente, per questo che, affrontare lunghe traversate con la giusta playlist, riesca a rendere anche i percorsi più impervi, piacevoli tratte da ricordare nostalgicamente una volta arrivati all’agognata destinazione.
I cultori del Rock converranno totalmente nell’affermare che lasciarsi assistere durante il proprio cammino da una travolgente colonna sonora, riesca ad allietare anche le fatiche più logoranti. Scoprire i limiti di sé stessi, elevare la mente ad un nuovo stadio di conoscenza o; semplicemente, ricongiungersi con un caro lontano. Sono diversi i motivi che ci spingono a viaggiare, ad allargare i nostri orizzonti. In questa classifica, abbiamo raccolto alcuni classici del Rock che non potrebbero assolutamente mancare nelle raccolte dedicate ai nostri viaggi.
5) Rolling Stones – Sympathy For The Devil (1968)
“Riuscirai ad affrontare i tuoi demoni interiori, solo quando comincerai a comprenderli”. La morale del brano, al di la delle controversie nate a causa della miriade di accuse di satanismo pervenute gli Stones nel corso degli anni, è proprio questa. Sympathy For The Devil è una delle canzoni Rock più famose di sempre.
Il Diavolo balla la Samba in cerca di comprensione in questo travolgente brano che riprende, dopo il fiasco del periodo psichedelico a cui i Rolling Stones aderirono solo per moda, l’inconfondibile sound della band, che ha travolto milioni di fan in tutto il mondo, divenendo l’eco di intere generazioni. Abbattere i propri muri interiori durante un viaggio, sulle note di Sympathy For The Devil, sembrerebbe essere il primo passo verso una forma di benessere autogeno.
4) Red Hot Chili Peppers – Californication (1999)
Californication rappresenta la massima dimostrazione del feeling ritrovato tra Flea e John Frusciante. Il ritorno del chitarrista nel 1998, diradò, finalmente, la nube di insicurezze in cui il gruppo era piombato dopo la sua dipartita. Tra il 1992 e il 1998, John Frusciante aveva compiuto la sua infima discesa nell’oscurità della dipendenza dall’ eroina; pur pubblicando, al contempo, lavori solisti di assoluto rispetto. Il ritorno del chitarrista rimarcò la luce ritrovata nella sua vita e il faro nella notte della band che, attraverso Californication e le sue atmosfere, tanto catchy, quanto profonde, seppe riaffermarsi sul panorama internazionale.
3) Lynyrd Skynyrd – Sweet Home Alabama (1974)
Parliamo del singolo On The Road per eccellenza. Sweet Home Alabama è il brano che, non solo ha lanciato nel firmamento i Lynyrd Skynyrd, ma che, in parte, è riuscito a proteggere il sud degli Stati Uniti dalle speculazioni sul conservatorismo in cui viene, da sempre, accusato di essere particolarmente radicato. Sweet Home Alabama nacque come monito di rivalsa esplicita nei confronti di Neil Young e dei due singoli Alabama e Southern Man, in cui il cantautore canadese critica direttamente gli stati del Sud e i loro approcci razzisti nei confronti della comunità afroamericana.
2) Aerosmith – Dream On (1973)
Possiamo sicuramente affermare che si tratti di una delle power ballad migliori di tutti i tempi. Dream On è un classico del Rock assolutamente intramontabile. Profonda, coinvolgente, affascinante. La canzone, scritta da Steven Tyler, appassiona sempre di più, nota dopo nota. La costruzione di una realtà eterea, di un sogno che si realizza grazie all’amore e alla determinazione più assoluta. Combattere per raggiungere i propri sogni, con sé stessi e con gli altri.
1) Eagles – Hotel California (1976)
Hotel California rigetta sul mondo la visione reale della prigionia aurea di una celebrità nella parte più dissoluta e forzante degli Stati Uniti. Il brano presenta un eclettismo assoluto in termini compositivi. L’arpeggio iniziale rimane tra le linee più commoventi mai scritte nella storia del Rock. I chiari riferimenti ritmici al reggae, uniti alla perfezione con cui Don Felder e Joe Walsh dividono le sezioni soliste, per poi armonizzarsi in maniera estremamente meticolosa, adornano il brano di assoluto splendore. L’espressione solistica dei due chitarristi degli Eagles contribuisce, in ampissima parte, a rendere Hotel California iconica. Gli scenari delineati dalle note del brano, vi concedono fattispecie ancestrali nelle quali sembrerebbe impossibile non perdersi durante un lungo viaggio.