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I cinque album Pop Punk migliori di sempre

In un dato periodo storico, non troppo lontano, il Pop Punk è stata una delle correnti del Rock più famose della Terra. Milioni di giovani si sono sentiti ispirati dalla contro cultura del Pop Punk che, attraverso riff melodici, ma al contempo, aggressivi, mostrava al mondo un nuovo monito di rivoluzione. Il vento del cambiamento che si abbatteva sulla società e irradiava di nuova speranza migliaia di ragazzi, ormai irrimediabilmente attanagliati dalle inibizioni imposte dai canoni sociali dell’oppressione formativa.

Con l’arrivo del Pop Punk, si ritrovò la volontà di imbracciare uno strumento e dedicare il proprio tempo e la propria anima alla composizione, con la certezza che il proprio operato fosse in grado di rimanere intriso negli echi della storia. In questa classifica abbiamo raccolto alcuni tra quelli che, secondo noi, sono gli album Pop Punk che meglio riescono a riassumere l’atmosfera di questa mitica wave.

5) All Time Low – Nothing Personal (2009)

Il disco getta le proprie basi sul successo incontrastato di So Wrong, It’s Right. Nothing Personal ha spinto definitivamente gli All Time Low sulla scena mainstream internazionale. Le inflessioni Pop nel disco sono innegabili e saltano particolarmente all’occhio vista la presenza di singoli di natura prettamente catchy come Weightless e Damned If I Do Ya (Damned If I Don’t). Nel corso delle fasi di incisione, il disco ha subito notevoli turbolenze dovute a repentini cambi di produzione. Nothing Personal è un album particolarmente coeso nel quale trovano spazio alcune tra le tracce più ascoltate dai fan, come Lost In Stereo e Therapy.

4) Descendents – Everything Sucks (1996)

I Descendents hanno costruito la proprio carriera sulla base di album di ritorno incredibili. I dischi pubblicati dal gruppo danno tutti l’impressione che la band non si sia mai realmente sciolta. Everything sucks rappresenta la rivoluzione Pop Punk allo stato puro. L’insurrezione dei ribelli contro la società che omologa ed inibisce. Everything Sucks contiene tutto ciò che un irriducibile fan del Pop Punk o, un novizio del genere, possano desiderare. Amori perduti, rabbia e rimorso che, spesso e volentieri, collimano alla perfezione. Il disco è diventato, col passare degli anni, il marchio di fabbrica dei Descendents, dimostrandosi un’opera intramontabile.

3) Blink-182 – Take Off Your Pants and Jacket (2001)

Già fortemente compromessi dalla pressione conseguente all’incredibile successo di Enema Of The States, i Blink-182 vennero irrimediabilmente travolti dai riscontri positivi conquistati dalla loro uscita successiva, Take Off Your Pants And Jacket. Il disco fu, come il suo predecessore, una vittoria schiacciante della band sulla scena internazionale. Con singoli mostruosi come The Rock Show e First Date, misti a tracce incendiarie come Every Time I Look For You e Give Me One Good Reason, grazie ai quali, l’album riuscì a conquistare anche gli ascoltatori più esigenti.

2) Fall Out Boy – Take This to Your Grave (2003)

Quando una band tocca punti particolarmente alti della propria carriera, sembrerebbe naturale essere portati a pensare che guardare al passato possa risultare una scelta controproducente. Con Take This To Your Grave, i Fall Out Boy non solo ricercano il sound degli albori, pur restando sulla vetta, ma puntano ai cuori dei loro fan attraverso il fuoco che sembra ardere in ogni singola parola di ogni traccia dell’album. Testi solenni e dal fortissimo apporto emotivo e melodie perpetue riecheggiano ancora oggi nei cuori degli appassionati dimostrando che, con Take This To Your Grave, i Fall Out Boy puntassero a diventare i migliori e che fossero pronti a dare la vita per farlo.

 1) Green Day – American Idiot (2004)

Un inno alla protesta. Un monito alla sovversione. Un dito medio alle istituzioni. American Idiot rappresenta il punto più alto toccato dai Green Day. Una Rock Opera senza precedenti nella storia. Un misto tra brani Punk da più di 9 minuti e canzoni memorabili che sono diventate l’inno di una generazione, come Holiday e Wake Me Up When September Ends. American Idiot salvò la carriera del gruppo. Il disco nacque dalle frustrazioni che attanagliavano Billie Joe Armstrong; come il risultato dell’esorcizzazione dei suoi demoni interiori attraverso una visione leggermente più ottimistica del mondo intorno a lui.

 

 

 

 

 

 

 

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