Nonostante i Pink Floyd non si esibiscano con una formazione vera e propria, ormai dal 1994; anno in cui si tenne l’ultimo tour del gruppo senza Roger Waters e, dalla sensazionale reunion del Live 8, nel 2005, il loro apporto sulla musica moderna rimane, ancora oggi, inimmaginabile. Ad oggi i membri dei Pink Floyd continuano ad esibirsi dal vivo e, occasionalmente, hanno collaborato in singole esibizioni dal vivo. Per Nick Mason, in particolare, però, le opportunità di poter riproporre la musica che ha reso la band una pietra miliare del Rock, sono state davvero poche. Nel corso di un’intervista, il batterista ha fornito il suo punto di vista sul successo riscontrato negli anni dai Pink Floyd, spiegando le peculiarità che, secondo lui, hanno reso il gruppo unico ed inimitabile.
Per fare luce sulla vicenda, è opportuno risalire alle basi dell’intervista. Negli ultimi tempi, Nick Mason è impegnato con i Saucerful Of Secrets. Una band con la quale il batterista si pone l’obiettivo di riportare alla luce gli albori psichedelici dei Pink Floyd. Il repertorio comprende esclusivamente brani tratti dal periodo psichedelico del gruppo; The Piper At The Gates Of Dawn e, per l’appunto, A Saucerful Of Secrets. Mason ha spiegato di avere creato il gruppo per far fronte alle sue esigenze. “Non ho ancora intenzione di ritirarmi, per me non è nulla di impegnativo. Si tratta solo di suonare tra amici”, ha dichiarato nel periodo d’esordio dei Saucerful Of Secrets. Gli amici in questione sono l’ex bassista dei Pink Floyd dopo lo scisma con Roger Waters, Guy Pratt, Lee Harris alla chitarra, Dom Beken alle tastiere e l’ex membro degli Spandau Ballet, Gary Kemp.
Nick Mason rivela il segreto del successo dei Pink Floyd
Andando avanti nell’intervista, Nick Mason ha spiegato che, secondo il suo punto di vista, la musica dei Pink Floyd sia in grado di rompere le barriere del tempo senza accusare l’erosione che ne concerne. “I Pink Floyd erano all’avanguardia – dice – eppure, ti rendi conto di quanto sia forte quella musica scoprendo quanto tempo sia, di fatto, passato. Il mondo era molto diverso quando esordimmo sulle scene; ciò nonostante, ancora oggi è possibile scoprire qualcosa di inedito suonando le nostre canzoni. Lo trovo bellissimo”.
Il sound dei primi Pink Floyd sfuggiva, senza ombra di dubbio, dai canoni paradigmatici della musica di quegli anni. Nick Mason ha aggiunto che, la chiave per la riuscita dei Saucerful Of Secrets stia nel provare la stessa libertà con cui i giovani Floyd si approcciavano alla loro arte. “Preservo i ricordi di quel periodo molto gelosamente. Nel 1967, la nostra musica era, sicuramente, guidata dalla mancanza di esperienza. Suonare era un salto nel vuoto per noi e, ogni notte, dal vivo, provavamo gli stessi tuffi al cuore. Non avevamo nulla da offrire al pubblico, se non idee e inventiva. Eravamo alla spasmodica ricerca della nostra identità. Per noi era un viaggio ai fini conoscitivi. Ne eravamo completamente coinvolti e anche il pubblico si immergeva piacevolmente in questa scoperta”.
Come viene percepita la musica al giorno d’oggi
Successivamente, le tematiche dell’intervista si sono spostate sulle percezioni di Nick Mason sul pubblico che assiste, usualmente, ai concerti della sua band. Il batterista ha rivelato di essere piacevolmente meravigliato dalla poliedricità generazionale di cui si compongono le sue platee. “Riesco a rivedere me e i miei amici da giovani quando andavamo ai concerti dei grandi bluesmen del nostro tempo. Ci sono tanti ragazzi che si approcciano alla musica, gruppi emergenti che assistono compiaciuti alle nostre performance e, allo stesso tempo, tanti miei coetanei che arrivano ai nostri concerti bisognosi di respirare anche solo per un istante, il clima tipico degli anni d’oro”.
Nick Mason ha,infine, fornito la sua visione riguardo l’importanza della musica al giorno d’oggi. Dichiarando di aver notato quanto la globalizzazione e, il progresso tecnologico, in particolare, abbiano declassato la musica. “Ad oggi esistono centinaia di mezzi con i quali potersi immedesimare in una storia. L’avvento di Netflix, delle piattaforme di Streaming e, più in generale, dei social media, ha contribuito a far sì che le persone trovassero modi differenti di passare il tempo. Anni fa la musica rappresentava l’unico modo per evadere dalla realtà. Oggi non è più così e, a mio avviso, ricopre un ruolo sempre più marginale nella vita delle persone”.