Il leggendario bassista dei Pink Floyd, Roger Waters ha, di recente, rilasciato un’intervista per il Global Consortium For Sustainable Peace dove ha toccato diversi argomenti. Scopo dell’intervistatore era definire le esatte motivazioni secondo cui Roger Waters fosse il responsabile dei punti principali degli album dei Pink Floyd. Il bassista ha, inoltre, dichiarato che, nonostante si sia lasciato alle spalle il nome dei Pink Floyd, non ne rinneghi assolutamente l’opera e, anzi, ne vada fiero.
“Si tratta di una parte della mia vita di cui sono davvero orgoglioso, ero il responsabile di tutti i dischi che, di fatto, presentano tra loro una certa connessione. Quando sono uscito dai Pink Floyd, ho tagliato i ponti con una parte di me, ma non ho dimenticato la mia opera. Ho continuato a fare il mio lavoro nel migliore dei modi e continuerò a farlo finché ne avrò la facoltà”. Era il 1985 quando Roger Waters lasciò i Pink Floyd, tuttavia, il bassista ne preserva affettuosamente il ricordo, rimarcando la sua importanza nel concepimento di alcune tra le pietre miliari più influenti nella storia del Rock e della cultura moderna.
Roger Waters e il ritorno dei Pink Floyd al Coachella
Nel corso della stessa intervista, l’attenzione si è poi spostata sull’iniziativa di Paul Tollett di riportare in auge la musica di Pink Floyd, Beatles e Rolling Stones al Coachella. Si tratta, infatti, di un festival di matrice tendenzialmente Pop, che pone l’attenzione sui fenomeni di costume preferiti dai giovani. Roger Waters si esibì al Coachella nel 2008 proponendo l’imponente spettacolo di The Wall in tutto il suo splendore tra le valli della California. Lo spettacolo fu un successone, ma Paul Tollett era titubante nel riproporre artisti storici al festival dati i cambiamenti subiti nel corso degli anni dal mercato musicale.
Il prossimo autunno, però, spiega Waters, il Coachella vedrà come protagonisti i Pink Floyd, i Beatles e i Rolling Stones. L’idea nasce dalla rappresentatività e dall’importanza stessa che l’impatto di questi gruppi ha avuto sulla musica. Visto il fatto che i Rolling Stones continuano a suonare insieme i loro più grandi successi in giro per il mondo e che Paul McCartney è fortemente propenso a riproporre per le masse i classici dei Beatles essendo, fatta eccezione per Ringo Starr, l’unico membro dei Fab Four ancora in vita; coinvolgere Roger Waters nell’iniziativa alla luce dei fatti sopracitati e del suo orgoglio per la musica dei Pink Floyd, sembrava un’operazione dai risvolti spontaneamente positivi.
L’epilogo dei Pink Floyd al Live 8 secondo Nick Mason
Il batterista dei Pink Floyd ha, recentemente, discusso in maniera molto ampia sul disappunto e gli screzi intercorsi tra David Gilmour e Roger Waters che hanno portato allo scioglimento dei Pink Floyd. Secondo il batterista, il Live 8 fu il modo migliore per concludere la prestigiosa storia della band, vista, soprattutto, l’immane tragedia che è stata la morte del tastierista Richard Wright.
Mason ha aggiunto: “Sono sicuro si tratti di uno dei migliori concerti a cui abbiamo mai suonato. Il motivo principale è che tutti erano a conoscenza del fatto che tra Roger Waters e David Gilmour non scorresse buon sangue. Ciò nonostante, seppero mettere tutto da parte; suonammo al meglio delle nostre capacità. Credo che essere capaci di prendersi una tregua sia il miglior segno di crescita che le persone possano avere”.