I capolavori della musica rock nascono in maniera improvvisa, quando meno te li aspetti. È il caso, ad esempio, di uno degli album principali di una delle band leggendarie del genere. Si tratta di The Wall, pubblicato nel 1979 dai Pink Floyd come undicesimo lavoro discografico in studio e diventato imprescindibile per gli appassionati della musica in generale. Tuttavia, un successo globale di questo tipo è nato da un insieme di coincidenze davvero particolari, al limite dell’esilarante.
Lo scenario iniziale
Tutto è avvenuto nel lontano 1977, in occasione di uno storico concerto a Montreal, in Canada. L’ultimo album dei Pink Floyd, Animals, non aveva raccolto i successi sperati, ma ogni concerto del gruppo viene considerato come un evento imperdibile anche grazie a dischi del calibro di The Dark Side of the Moon e Wish You Were Here. Alcune serate hanno addirittura sfiorato i 100 mila spettatori, anche se proporzioni così enormi hanno iniziato a provocare alcuni turbamenti in Roger Waters, che in alcune date si è mostrato aggressivo e nervoso. Infatti, spesso se la prende con fan troppo appassionati o con addetti alle luci che commettono piccoli in fase di illuminazione del palco. Ed è così che ci si avvicina all’evento dello Stadio Olimpico di Montreal, con 80 mila spettatori paganti e incassi da capogiro.
Il concerto di Montreal del 1977
Tutto è pronto, dunque, per il concerto che chiude un tour storico dei Pink Floyd. Mentre la band si sta esibendo in Pigs On the Wing (part II), Roger Waters perde le staffe e insulta un fan perché avrebbe urlato e lanciato fuochi d’artificio, rovinando così la sua concentrazione. Il cantautore rincara la dose, mandandolo a quel paese e incitandolo a lasciare immediatamente il parterre con toni minacciosi. La situazione peggiora ulteriormente mentre i Pink stanno eseguendo Pigs (Three Different Ones). Infatti, un uomo si arrampica sulla recinzione che tiene divisi il gruppo e il pubblico e Waters gli sputa in faccia. La folla va in visibilio e David Gilmour se ne va dal palco prima dell’ultima esibizione, lasciando spazio al secondo chitarrista Showy White, costretto ad improvvisare un brano blues. Un evento davvero sorprendente, che però avrebbe lasciato un’impronta indelebile nella musica mondiale.
Cosa è accaduto dopo il concerto di Montreal
Nessuno sapeva cosa sarebbe potuto succedere dopo un evento del genere. Nessuno si sarebbe potuto aspettare che un semplice e volgare sputo avrebbe dato vita a The Wall, uno degli album iconici dei Pink Floyd. Dopo diverso tempo, Waters si è pentito delle sue azioni e ha raccontato ad uno psichiatra il suo odio per le esibizioni negli stadi e il distacco che avvertiva con il pubblico durante ogni concerto. Poco dopo il fattaccio canadese, avrebbe registrato il bootleg del concerto denominato Who was trained not to spit on the fan, traduzione letterale di “Chi non si è esercitato a sputare sul fan”. Un’ispirazione evidente al testo del brano Dogs, con solo “in the fan” modificato in “on the fan”.