Non c’è assolutamente da mettere in dubbio il fatto che, nella loro carriera, i Led Zeppelin siano stati in grado di spaziare tra più stili, facendo della sperimentazione artistica e musicale il loro marchio di fabbrica. In particolare, la formazione britannica è stata in grado, nella sua relativamente breve carriera, di oltrepassare qualsiasi limite artistico imposto, proponendosi come una delle realtà musicali migliori possibili. A tal proposito, vi proiettiamo nel mondo più particolare dei Led Zeppelin, attraverso il brano reggae per eccellenza: D’yer Mak’er. Esiste una leggenda, legata al titolo del brano, che merita di essere raccontata: vogliamo parlarvi del grande segreto dietro la realizzazione di D’yer Mak’er dei Led Zeppelin.
Il brano dei Led Zeppelin e l’influenza reggae del brano
La sesta traccia di Houses of the Holy, quinto album in studio dei Led Zeppelin pubblicato nel 1973, è una canzone piuttosto particolare, che si afferma nella discografia dei Led Zeppelin a causa della sua musicalità piuttosto particolare e, allo stesso tempo, atipica per la formazione britannica. In effetti, i Led Zeppelin sono passati alla storia per tutt’altro tipo di brani, più tendenti ad un universo hard rock, metal e rock ‘n’ roll; a sentire un qualcosa di reggae ci si stupisce al quanto ma, allo stesso tempo, si comprende tutta la grande qualità dei Led Zeppelin.
Nessuno si stupirebbe se l’autore del brano fosse Bob Marley o qualsiasi altro esponente del grande reggae giamaicano, eppure il particolare brano reca la firma dei Led Zeppelin, in grado di dimostrare il successo anche attraverso approcci musicali completamente differenti rispetto al consueto. Il brano è stato realizzato da tutti e quattro i membri della band ed è iconico attraverso tutti i suoi passaggi: dall’intro in batteria di John Bonham alla voce di Robert Plant, fino alla mancanza di una fine vera e propria, con il brano che si conclude con il dissolversi impercettibile di tutti gli strumenti.
Perchè D’yer Mak’er dei Led Zeppelin si chiama così?
Al di là della particolare struttura del brano, che permette di poter parlare di Led Zeppelin attraverso un’accezione differente rispetto a quella normale, c’è da sottolineare che il brano D’yer Mak’er è passato alla storia a causa del suo particolare titolo, di cui molti hanno cercato di ipotizzare il reale significato. Secondo una leggenda metropolitana, in effetti, il brano andrebbe letto come “Dire Maker”, anche se il reale senso del titolo non sembrerebbe essere così semplice.
In effetti, Robert Plant ha smentito la cosa, affermando che il senso che la canzone vuole assumere è tutt’altro e che, di conseguenza, il titolo va letto secondo tutt’altra pronuncia e significato. D’yer Mak’er si basa su una vecchia battuta utilizzata dai comici londinesi, che a sua volta si poggia su un gioco di parole e di pronunce. Nello specifico, le battute sono le seguenti: “Mia moglie va in vacanza”. “D’yer mak’er?” “No, ha deciso da sola” Ora, D’yer Mak’er andrebbe letto come “sei stato tu a organizzare?” ma, tramite il gioco di pronunce su cui vuole basarsi, se letto velocemente si può sentire Jamaica, l’allusione a cui il brano tende anche attraverso la sua struttura e la sua musicalità.