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Paul is Dead: La leggenda che ha fatto impazzire i fan dei Beatles

Il mondo del rock è costellato di storie misteriose e complotti. Alcune hanno un fondo di verità, altre appaiono piuttosto improbabili e hanno il solo fine di generare curiosità negli ascoltatori o nei lettori. Nell’era di internet, è più facile scoprire quali storie siano decisamente poco credibili, ma fino a pochi anni fa era difficile informarsi velocemente e queste voci diventavano così reali da portare diverse persone a crederci. C’è una storia, un complotto vero è proprio, chiamato Paul is Dead, che fece impazzire i fan dei Beatles sul finire degli anni ’60. Scopriamo di cosa si tratta.

La leggenda di ‘Paul is Dead’

Paul is Dead è una leggenda metropolitana secondo cui Paul McCartney, bassista dei Beatles, sarebbe deceduto nel 1966 per un incidente stradale, per poi essere sostituito da un sosia. Secondo questo racconto, la notte del 9 novembre 1966, Paul McCartney uscì dalla sala prove dopo un violento litigio con gli altri tre Beatles. Egli salì sulla sua auto per tornare a casa e, lungo una strada, fece salire sulla vettura una ragazza che faceva “autostop”. Rita, la ragazza dell’autostop, gli raccontò che stava scappando di casa perché incinta e, contro la decisione del suo compagno, aveva deciso di abortire.

Solo dopo molto tempo in viaggio Rita capì che la persona al volante era Paul McCartney dei Beatles. La ragazza iniziò quindi ad agitarsi, spaventando McCartney, che si fece distrarre e non vide il semaforo rosso lungo la strada che stavano percorrendo. Fu costretto ad evitare un’auto in transito, finendo fuori strada e schiantandosi contro un albero. Paul, sbalzato fuori dall’abitacolo, sbatté la testa contro l’albero. Sia Paul sia Rita persero la vita. La cosa che affascinò di questa teoria del complotto fu proprio il seguito a questa storia.

Ricevuta la notizia della morte del bassista, gli altri tre Beatles dovettero decidere le sorti del gruppo. Il loro manager Brian Epstein, insieme a John Lennon, spinse per adottare la linea del silenzio. Avrebbero seppellito Paul senza far sapere niente a nessuno, per non sconvolgere il mondo o il futuro del gruppo che, nel 1966, era all’apice del suo successo. Si misero quindi alla ricerca di un sosia. Dopo settimane di ricerche, scelsero William Stuart Campbell, un attore di origini scozzesi che assomigliava a Paul e che acconsentì a sottoporsi ad alcuni interventi di chirurgia plastica per rendere ancor più netta la somiglianza. Una storia incredibile, che per quanto suoni assurda fa ancora parlare di sé a distanza di molti anni.

La diffusione della storia

Se la teoria sulla morte di McCartney sembra assurda, lo è ancor di più il fatto che diverse persone credettero a questa storia. La notizia venne diffusa la sera del 12 ottobre 1969, quando il disc jockey Russell Gibb, durante una trasmissione radiofonica sulla rete WKNR di Detroit, raccontò di aver ricevuto una chiamata da un certo “Tom” che gli aveva confessato di essere a conoscenza di un clamoroso segreto su Paul McCartney, facendo riferimenti a diversi indizi sparsi nella discografia dei Beatles. In altre trasmissioni radiofoniche vennero raccontati nuovi dettagli sull’ipotetica morte di McCartney, e la notizia prese piede. Sull’onda emotiva e sul clamore che la storia aveva suscitato presso il grande pubblico, venne pubblicata anche una rivista Paul McCartney Dead: The Great Hoax.

La notizia fece il giro del mondo, soprattutto tra i fan della band sparsi in tutto il globo. La teoria è del tutto inventata, ma contribuì enormemente ad accrescere ancora di più la fama dei Beatles in quegli anni.

 

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