L’attore e cantante americano Elvis Presley, grazie alla sua voce, al suo carisma e alla sua presenza scenica è diventato negli anni una vera e propria icona culturale. E, nonostante siano passati 42 anni dalla sua morte, il re del rock continua ad essere protagonista di tantissime storie. Oggi però ci vogliamo soffermare su un episodio in particolare: quella volta che Elvis chiese di entrare nei servizi segreti americani (FBI).
Quella volta che Elvis Presley chiese a Nixon di entrare nei servizi segreti americani
Nel lontano 1970, dopo un breve soggiorno a Los Angeles, Elvis Presley decise di fare tappa a Washington per incontrare il Presidente Nixon. Prima, però, scrisse di getto una lunga lettera contenente una bizzarra richiesta: “Caro signor Presidente, mi presento: io sono Elvis Presley e la stimo molto per il suo lavoro. Desidero, ad ogni costo, aiutare il nostro paese e rendergli servizio, sfruttando la mia fama e le mie conoscenze. Sarò a Washington ancora per un po’ di tempo e spero di poterla incontrarla. Mi chiedevo, inoltre, se fosse possibile ottenere un tesserino come agente federale.” Seguirono, poi, pagine e pagine piene di bizzarre considerazioni sull’America e sui suoi “nemici”: i comunisti, la droga, le Black Panthers, gli hippies e i Beatles.
Elvis voleva a tutti i costi dare il suo contributo: ma, senza un tesserino ufficiale della narcotici, poteva fare ben poco. Per convincere il Presidente a nominarlo agente segreto nel Federal Bureau of Narcotics and Dangerous Drugs, Presley usò argomenti specifici e ben definiti. Nella lettera, infatti, scrisse di essere un un esperto di sostanze stupefacenti e delle tecniche per il lavaggio del cervello. Sottolineò, inoltre, il suo status di rock star: nessun nemico dell’America lo avrebbe visto come una minaccia o avrebbe sospettato di lui. Insomma, Presley sosteneva di avere tutti i requisiti per diventare un agente sotto copertura dell’FBI.
L’incontro tra Elvis Presley ed il Presidente Nixon
Appena arrivò nella capitale Elvis si diresse alla Casa Bianca per consegnare personalmente la sua lettera, tra lo sbigottimento e lo stupore degli agenti in servizio. Quando la lettera giunse tra le mani di Nixon nello Studio Ovale, dopo animate discussioni e pareri discordanti, decisero di accettare la richiesta del cantante. Elvis Presley non avrebbe rappresentato alcun pericolo, anzi, sarebbe stato un grande aiuto per assicurarsi i voti dei più giovani.
Fu così che, il 21 dicembre del 1970, si tenne l’incontro tra Elvis Presley e Richard Nixon. Il re del rock and roll giocò tutte le sue carte per avere il distintivo e, alla fine, ci riuscì. Il Presidente, dopo una lunga conversazione, gli concesse una tessera d’onore di agente federale. Con il nuovo distintivo Elvis non catturò nessun criminale, fermò piuttosto decine e decine di automobilisti per eccesso di velocità.