Negli ultimi mesi, Flea sta ricordando spesso il suo passato e quello dei Red Hot Chili Peppers. Data la recente pubblicazione della sua autobiografia Acid For The Children, rilasciata poche settimane fa. Nel corso di un’intervista per CBS This Morning, il bassista ha ricordato Hilel Slovak, amico e collega scomparso prematuramente a soli 26 anni nel 1988 a causa di un’overdose e l’importanza del loro rapporto nella sua vita. Come sappiamo, il giovane, di origini Israeliane, fu uno dei membri fondatori dei Red Hot Chili Peppers. Pubblicò con la band due album in studio prima che l’abuso estremo di droghe lo conducesse verso la morte.
Flea spiega quanto, fare la sua conoscenza, sia stato cruciale nonostante la dissolutezza del suo ricordo. Il bassista afferma l’importanza dell’apporto di Slovak, non solo nella sua vita, ma soprattutto nella sua carriera. “Lo vedevamo sempre arrivare sfrecciando nella sua Datsun 510 verde, era un’auto incredibile, meravigliosa. Scintillante col suo stereo a palla; ogni volta. Un giorno, Hillel mi disse che forse sarei stato bravo se avessi imparato a suonare il basso. In quel momento mi sentii amato sul serio. Lui aveva scelto me”.
“Non suonavo il basso prima, in realtà non avevo mai neanche provato a suonarlo fino ad allora. Comprendevo perfettamente che, per lui, la sua band era tutto. Il suo gruppo rappresentava la parte più importante della sua vita. Per lui, suonare con una band era qualcosa di sacro e molto speciale. Quando mi invitò a suonare insieme a loro fu qualcosa di particolarmente significativo dati questi presupposti. Penso che se non mi avesse spinto a suonare con lui, non sarei mai diventato un bassista. Forse non avrei neanche mai iniziato a suonare“.
L’unione dei Red Hot Chili Peppers: il rapporto tra Flea e Anthony Kiedis
Flea poi racconta del suo rapporto con Anthony Kiedis, spiegando quanto fosse stato diverso rispetto a quello con Hillel Slovak sin dagli inizi. “È iniziato tutto da una banale rissa tra ragazzini. Stavo avendo la peggio quando arrivò Anthony. Coi capelli a spazzola e già grosso e muscoloso. Si era appena trasferito a Los Angeles ed intimò agli altri di andarsene e lasciarmi stare – Flea continua – entrambi, in un modo o nell’altro eravamo degli emarginati. Spesso non riusciamo a comprenderci e il nostro rapporto è strano. Capita molte volte di trovarci l’uno contro l’altro. Non sappiamo come prenderci; o forse lui lo sa, ma io continuo a non capire”.
“Credo che tutto questo abbia influenzato molto l’andamento dei Red hot Chili Peppers negli anni. L’unica cosa di cui mi importi, però, è il fatto che io gli voglia molto bene, al di là della natura conflittuale dei nostri litigi”. Come pare ovvio; però, nonostante i dissidi, la forza e la caparbietà di entrambi nel coltivare ancora il loro rapporto è il motivo per il quale i Red Hot Chili Peppers siano una tra le band più importanti nel panorama internazionale e che, nonostante gli screzi, il gruppo risulti ancora solido e fine a sé stesso. Ricordiamo che il gruppo si esibirà come Headliner al Firenze Rocks il 13 giugno del 2020.