Sappiamo già cosa state pensando. Dove sono i vari Freddie Mercury dei Queen, Robert Plant dei Led Zeppelin, Mick Jagger dei Rolling Stones, Elton John o ancora David Bowie? Questa classifica è leggermente diversa dalle altre e molto personale e sappiamo che sarebbe impossibile dirne solo 5. Sappiamo bene che i nomi sopracitati sono tra i migliori frontman rock di sempre, ma stavolta vogliamo citare nomi diversi. Il primo che ci sentiamo di evidenziare è Iggy Pop, uno dei cantanti più particolari degli ultimi 40 anni, capace di cambiare e fondere vari generi tra loro rimanendo sempre sé stesso. Indubbiamente le sue abilità visive e carismatiche sono sotto gli occhi di tutti, tanto da essere considerato da alcuni critici come l’ultima vera rockstar vivente.
Lou Reed
L’ex cantante e principale autore dei Velvet Underground vanta una grandissima importanza sociale negli Stati Uniti (e non solo). È stato lui a creare l’immaginario del rocker con gli occhiali da sole scuri, la giacca in pelle nera e il jeans slavato. La sua figura e la sua penna sono stati così importanti da essere considerato un padre putativo per molti artisti, alla pari di un nome come Bruce Springsteen che ha indubbiamente avuto più successo. Tra le altre cose, Lou Reed non era neppure un grandissimo cantante dal punto di vista tecnico, ma poco importa. Il suo stile quasi monocorde e apparentemente freddo passava in secondo piano grazie alla potenza e particolarità dei suoi testi.
Roger Daltrey
Questo nome è forse un po’ più “scontato” rispetto agli altri, ma è bene inserirlo in questa classifica. Alcuni critici ritengono che sia lui, la voce storica degli Who, a meritare la palma di ultima rockstar vivente, e in parte non hanno affatto torto. Roger è riuscito ad invecchiare piuttosto bene dal punto di vista vocale, considerata la sua età che supera i 70 anni. È stato proprio Roger Daltrey ad incarnare lo stereotipo di rocker con quella sfrontatezza tipica delle rockstar. In più, aveva (e ha) una voce potente e ricca di sfumature che si adatta bene ad una canzone più “arrabbiata” ma, al contempo, ad una ballad. Vi ricordate l’esibizione di I Want It All dei Queen durante il Freddie Mercury Tribute Concert? Vi consigliamo di recuperarla.
Nick Cave
Anche stavolta siamo di fronte ad un autentico gigante della musica che, per svariati motivi, non sempre ha avuto il successo discografico che meritava ma che può comunque vantare una fan base invidiabile. La profondità dei suoi testi, la sua presenza scenica e la sua poliedricità nel fondere i generi e adattarsi anche al linguaggio cinematografico lo rendono un artista straordinario. Tutti coloro che hanno avuto la fortuna di poterlo vedere dal vivo son rimasti colpiti dalla sua capacità di catturare il pubblico con il suo timbro inconfondibile, nonostante non sia un cantante con un’estensione vocale da capogiro. Se avete visto la serie Peaky Blinders, potete riconoscere la sua canzone Red Right Hand come apertura.
Michael Stipe
L’ultimo nome è una personalità a volte ingiustamente dimenticata dal panorama rock. Il principale autore e mente dei REM è uno dei frontman più particolari del panorama musicale. È stato lui, tra le altre cose, a curare i vari aspetti visivi del gruppo, comprese le copertine. I suoi testi forse rappresentano la parte più interessante della band: criptici la maggior parte delle volte e complessi da interpretare. Anche dal punto di vista scenico Michael Stipe rivela la sua particolarità: molto spesso si è presentato con una sorta di fascia blu dipinta nella zona degli occhi, che non si era mai vista prima. Non da meno, va considerato il suo impegno sociale e ambientalista non da trascurare.